Sesso in… giallo. Viaggio nelle abitudini stravolte dalla pandemia. Anche quelle più… intime

Bandiera Gialla sulla spiaggia del Covid ed il coprifuoco e gli arresti domiciliari cominciano a sfumare all’orizzonte. La situazione (ricordate?) non era delle migliori, ha creato seri problemi a tutti, soprattutto nel nostro modo di vivere, nelle abitudini, insomma ed anche dal punto di vista meramente remunerativo. Oggi le imprese riaprono qua e la, incerte, quasi timorose che qualcos’altro vada storto. I ristoranti riapparecchiano i tavoli, la gente esce di casa la sera e la pizza con quattro amici non è più un improbabile desiderio ma una solida realtà. Tra i tanti guai portati dal Coronavirus all’imprenditoria, mai nessuno ha affrontato il problema del sesso durante questi grami periodi di detenzione limitata. Piaccia o meno il problema è esistito ha inciso su molti aspetti della vita quotidiana, da quello etico a quello fisiologico, dal lato meramente “ludico” a quello più propriamente economico.

Lo sappiamo tutti, non facciamo le mammolette, esiste una categoria di lavoratori non rappresentata, che al pari dei vigili urbani è al lavoro, in strada, col freddo, pioggia, vento e caldo; mi riferisco a quella delle peripatetiche, altrimenti dette passeggiatrici, donnine allegre, lucciole e via andando. Queste lavoratrici del contatto fisico il loro bel danno commerciale lo hanno ricevuto e come. Le “marchette” di questa categoria, infatti, non hanno valenza contributiva quindi non è prevista cassa integrazione o altro sistema di sussidio al pari di quelli riservato a chi svolge una libera profssione. La categoria, infatti, pur essendo formata da “professioniste” non è compresa tra quelle delle “partite iva”. Il Covid aveva ridotto il giro d’affari delle “sex worker” anche perché in pochi se ne andavano in giro per i viali in cerca d’affetto a pagamento. Per le lavoratrici della strada il lockdown prima e le zone rosse e arancioni poi hanno rappresentato un dramma. La cooperativa Parsec a Roma ha dovuto consegnare moltissimi pacchi di cibo alle lucciole dell’Urbe perché non avevano nulla da mangiare. L’inventiva, però corre in soccorso: c’è chi si è arrangiata nel proprio appartamento, ma poi ha dovuto fare i conti col condominio. Altre, più attrezzate, si sono date da fare con le videochiamate erotiche e siamo quasi al delivery del sesso virtuale, perché quello vero e proprio, della professionista che ti viene a casa, non è sempre percorribile: Come gli spieghi a tua moglie che la signorina che si è presentata alla porta serve alle bisogna? Se poi è per tua moglie il tizio che ha bussato figuriamoci… .

Insomma i prigionieri casalinghi si sono arrangiati e le app per incontri come Tinder hanno raggiunto nuovi record di profili sfogliati quotidianamente tant’è che è stata introdotta la funzione videochat tra gli utenti. Siamo al sublimato del surrogato perché “chattare” non è “toccare”. Pensateci bene chi, nel periodo di isolamento, ha assolto al compito sociale e ludico? Ci crederete? I siti porno. Il porno ha rappresentato un aiuto per superare la quarantena; questo si ricava dai dati di una ricerca svolta dall’istituto Eumetra e da Pornhub che di sesso illustrato se ne intende. La paura del Covid influisce in maniera sostanziale sul modo di vivere la propria vita sessuale e sentimentale: in media più di tre italiani su dieci hanno evitato situazioni in cui si sarebbe potuto instaurare un rapporto per paura del contagio, altri hanno evitato baci e ridotto le pratiche sessuali, insomma siamo al sex collasso, al celibato autoindotto.

Pare che nella disperazione sessuale, a detta della agenzia di stampa ADN Kronos, molta gente ha scoperto nuovi contenuti e nuovi piaceri scartabellando tra i siti porno: “Oè Marietta lo sapevi che si poteva fare anche inscì? ” … ” Zitto spurcaciùn d’un spurcaciùn!-“. Insomma questa specie di riduzione della libertà, in alcuni casi ha avuto risvolti, come dire… rivelatori. Per le coppie già formate l’isolamento è stata un’occasione per esplorare nuovi versanti della propria intimità e conoscersi meglio. Non così per coloro che si sono trovati a vivere una relazione a distanza a causa dell’isolamento obbligatorio. Ebbene se è vero il detto che la necessità aguzza l’ingegno, costoro sono stati più creativi nel trovare modalità alternative come il sexting, la pornografia, il sesso virtuale e il gioco di ruolo (come si faccia a fare sesso nel gioco di ruolo e a distanza è incomprensibile). Il sexting poi è proprio insolito ci si dovrebbe sentire sessualmente appagati nello scrivere cosacce via chat o sms al partner… . Sono troppo vecchio per capire certe cose. Strada in salita, quindi, per coloro che vogliono copulare a tutti i costi. Ma ecco arrivare la novità che apre i cancelli del sesso: finalmente una Italia gialla permette di tutto e di più in modo semplice. Tavoli all’aperto i cui commensali durante il pasto intrecciano fiatate confortati dal fatto che ” tanto è zona gialla e non succede niente“, passeggiate con e senza mascherina tanto regna il giallo e infine rispunta il sesso urbano. Volendo far uso dell’amore mercenario, adottando tutte le precauzioni del caso, dai guanti (per le mani) alla mascherina, ci si può finalmente avviare per quei viali dove l’offerta “fornicatoria” è ostentata e facilmente fruibile però sempre negli orari previsti dal coprifuoco ora un po’ più laschi.

Non si va più a letto (da soli) dopo Carosello ma ci si può accoppiare fino alle ventitrè più o meno: c’è il tempo di cenare, andare alla ricerca di una cortigiana prezzolata e poi, fatto il dovuto, tornare a casa in tempo. Roma ha risposto alla condizione gialla ripopolando le vie classicamente considerate “calde” con automobilisti in fila per le prostitute e nuovi copertoni fiammeggianti che illuminano mercanzia sempre più esposta, ma dal sesso non sempre ben identificabile (e qualcuno c’è rimasto male…). Nella libertà ritrovata qualcuno ci ha pure rimessa la ghirba come quel poveraccio di Capua che, approfittando della zona gialla non ha resistito al richiamo della carne e se ne è andato fuori dal suo comune per trovare sollievo in una casa di appuntamenti. Purtroppo, mentre si adoperava facendo del suo meglio, gli è preso un coccolone diventando la prima vittima Covid col sorriso in faccia.

Questo è un periodo di speranzosa rinascita dove il cambiamento ha avuto luogo: “nelle zone gialle le donne non solo sono più focose (la media è del 76,8%) ma preferiscono anche prendere l’iniziativa (74,5%) piuttosto che lasciare che siano gli uomini a farlo” racconta il creatore del più famoso portale per gli incontri extra coniugali. Rimane il problema del contagio: è obbligatorio presentare la certificazione vaccinale e avere fatto un tampone tre giorni prima dell’amplesso ad una donnina allegra o alla “maitresse” di una casa di tolleranza? Pare di no, quindi attenti nel darvi alla pazza gioia. Bandiera gialla, per gli italiani, equivale a dire “facciamo quel che ci pare sempre e comunque, senza mascherina, senza protezioni e… senza criterio: tanto è giallo…

A dare manforte alla volontà libertaria è una ricerca effettuata dal dottor Michael L. Eisenberg, del dipartimento di Urologia dell’Università di Stanford, in California la quale ha stabilito che è più pericoloso un colpo di tosse, uno starnuto, un bacio che un amplesso. Lo studio condotto su un campione di uomini risultati positivi al Covid-19 non ha trovato tracce del virus nel seme. Mi chiedo come il dottor Eisenberg concepisca la dinamica di un rapporto carnale che comporta, se ben ricordo, non solo la vicinanza fisica, ma anche uno scambio di effusioni con il deprecabile mescolamento dei fluidi corporei. A rincarare la dose il dottor James Hotaling, co-autore dello studio afferma (sue parole) “Un uomo gravemente malato di Covid-19 potrebbe avere una carica virale più elevata, il che potrebbe portare a una maggiore probabilità di infettare il seme. Al momento non abbiamo la risposta a questa domanda “. Da qui il quesito: una persona gravemente malata di Covid-19 ha voglia di fare sesso? Febbre a 40 gradi e respiratore non rendono difficoltoso l’amplesso? Siccome si dice tutto e il contrario di tutto ecco le risultanze della Americana Montefiore Health System, dell’Albert Einstein College of Medecine e dell’Ospedale di Malattie Kasturba di Mumbai in India. A loro dire un rifugio per il virus potrebbero essere proprio i testicoli!!

Roco Siffredi

Una bella notizia ci rincuora: Rocco Siffredi, ha prodotto una rubrica in cui si danno consigli per risolvere i problemi sessuali legati a questo periodo. Così eccoci al Coronasutra, una serie di mini video che in pochi minuti affrontano le più disparate tematiche della sessualità maschile e femminile. Tra le sue perle di saggezza: “Se litigate non arrivate mai alle mani, magari fatelo nel sesso, ma mai fuori dal sesso”. A suo modo, il Rocco nazionale, raccomanda di resistere in questo difficile momento ma non basta, il pornoattore di Ortona, rivolgendosi ai suo compaesani abruzzesi li invita così: “coccia tost’ ma nn mullet mai!”. Dimenticavo… Nonostante che Siffredi abbia esortato i cittadini a proteggersi, rispettando le regole e rimanendo in casa, lui e tutta la sua famiglia sono risultati positivi al Covid-19!! Tanta fatica per nulla. Ora che regna il colore simbolo del limonare gli acrobati del sesso, i trapezisti della fornicazione e i domatori dell’eros riprendono la loro attività sotto al tendone del Circo “Ogni” nella convinzione che “ogni” cosa è permessa . Se la zona gialla permette maggiori occasioni d’incontro ecco che gli psicologi ci mettono il becco come tanti menagrami. Siccome il Covid-19 ha portato ad una situazione mai vissuta precedentemente nella storia per via delle misure restrittive sulla vita personale, sociale e lavorativa, può insorgere un vero e proprio disturbo da stress post traumatico per cui può presentarsi il rischio di dire addio al sesso. Insomma ora che si può capita non ci si riesce! Vi saluto da un metro e mezzo di distanza e tenete d… ops siate forti!

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