Si è svolto a L’Aquila il corso europeo di ricerca e stabilizzazione del travolto da valanga
Arrivati medici e infermieri da tutta Italia
L’AQUILA – Si è chiuso ieri pomeriggio alle 16:00, a L’Aquila il corso di “Ricerca e stabilizzazione del travolto da valanga”.
L’evento, organizzato dal Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico abruzzese per la prima volta nel 2006, è giunto all’undicesima edizione ed è l’unico in Europa dedicato al soccorso in valanga, rivolto esclusivamente a medici e infermieri.
Alla tre giorni che si è svolta tra L’Aquila e Campo Imperatore, che ha ospitato delle esercitazioni pratiche, partecipano 36 tra medici e infermieri provenienti da tutta Italia, molti in servizio proprio presso le varie delegazioni regionali del Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico.
Mentre tra i relatori spiccano i massimi esperti del settore. Tra questi ci sono Igor Chiambretti, direttore tecnico dell’Aineva, Associazione interregionale di coordinamento e documentazione per i problemi inerenti alla neve e alle valanghe, geologo e professore del Politecnico di Torino, è stato tra i periti nominati dalla Procura di Pescara per la tragedia di Rigopiano.
Presenti anche Giacomo Strapazzon dell’Istituto dell’Eurac, l’Accademia Europea di Bolzano, un innovativo istituto di ricerca e di formazione privato fondato nel 1992 che accoglie ricercatori da tutta l’Europa. Tra i relatori la nota guida alpina Maurizio Lutzenberger.
Tutti hanno ribadito che non esiste nessun intervento tempo-dipendente, come quello su valanga. Poiché la neve oltre a ostruire le vie respiratorie esercita sul torace una pressione enorme impedendone la dilatazione. Si viene definitivamente immobilizzati, non è più possibile nessun aggiustamento.
Non ci si può mettere comodi. Dagli studi sappiamo che tra i travolti completamente sepolti, dopo circa 15 minuti 9 su 10 sono ancora in vita. Allo scadere di questo tempo l’asfissia porta alla morte 1 persona ogni 5 minuti.
Solo chi ha le vie respiratorie libere e dispone di spazio sufficiente a dilatare il torace ha la speranza di sopravvivere oltre i 40 minuti.
Alla luce di ciò si evince l’importanza di tempestività nella ricerca e nel disseppellimento, azioni che devono essere messe in atto immediatamente e solo chi è ben preparato e coordinato ha speranze di riuscire a salvare i propri compagni.