Si rinnova a Scanno la tradizione delle “Chezette”, l’antico canto che i cantori del paese intonano sotto le finestre delle proprie innamorate
SCANNO – Fisarmonica, tuba, contrabbasso, organetto diatonico conosciuto come “Du botte” in Abruzzo, “Putipù” detto anche “Urra urra”, oltre a chitarra e a tante voci: sono gli strumenti con cui un folto gruppo di uomini del paese di montagna di Scanno (L’Aquila) con amici e turisti al seguito, ieri notte come ogni 5 gennaio, ha rinnovato la tradizione delle “Chezette” (Calzette).
Avvolti dalla “cappa”, antico mantello scannese, il gruppo di paesani di tutte le età ha intonato canti aggirandosi per i vicoli del paese, stazionando sotto le finestre delle loro promesse spose, mogli, madri ma quest’anno, insolitamente, anche davanti alla redazione di un giornale locale fondato nel 1944, che quest’anno quindi compirà 80 anni: “La Foce”.
“E tu (nome della donna destinataria) – suona in dialetto uno dei tipici canti delle Chezette – prepara la calzetta, perché c’è (nome dell’offerente), che te la mette; non ci mettere né cenere né carbone, mettici solo la roba buona…”.