Si scrive “Ost”, si legge studiare soluzioni di crescita per il futuro. Nasce ad Avezzano centro di esperti per utilizzare le risorse
AVEZZANO – L’idea è tanto originale, quanto semplice, quanto rivoluzionaria. E serve a proporre soluzioni e proposte per utilizzare al meglio le risorse in arrivo dall’Europa col Recovery Fund e dal governo con il Piano di Ripresa e Resilienza.
L’idea di base, in buona sostanza, è quella di mettere insieme competenze, risorse ed esperienze, per far nascere , sviluppare, proporre e realizzare progetti concreti che possano avere ricadute positive per il territorio e per la collettività.
“Ost Avezzano” per pensare il futuro come territorio
Progetti di impresa, di nuovi servizi, di modernizzazione che, in poche parole, possano aiutare Avezzano e la Marsica, nel suo complesso, a crescere e ad offrire opportunità.
Un progetto che, alla base, funge anche da richiamo alla classe politica locale ad uscire dai particolarismi territoriali e partitici per unirsi in un’ottica di collaborazione e cooperazione per il bene collettivo.
A spiegarci più approfonditamente il senso di questa iniziativa è Fabrizio Lucci, uno dei fondatori di Ost Avezzano che vede con cofondatori Fabio Di Battista, Marcello Sansone e Pierluigi Costantini.
E24: Che cos’è “OST”?
FABRIZIO LUCCI: «OST (Officina per lo sviluppo territoriale) è un laboratorio di idee, che opera secondo processi generativi, caratterizzato da competenze diversificate, dotato di metodi autonomamente elaborati, facilitante la partecipazione di attori eterogenei.
Perché si è usato il termine officina? Semplicemente perché è una parola composta (Treccani: opus -ĕris «opera» e facĕre «fare») che rimanda all’azione ideata, elaborata con cura, eseguita con perizia ed accuratezza.
L’officina non è solo un think-tank, definito da Garzanti come gruppo di esperti in materie diverse che collaborano per risolvere complessi problemi economici e politici.
Certamente OST non è uno sportello, ovvero non è un ufficio in cui si svolgono servizi con e per il pubblico».
L’intervista a Fabrizio Lucci
E24: Chi qualifica “OST”?
LUCCI: «Un laboratorio è qualificato dalle competenze dei suoi attori e dai valori che ne ispirano l’azione.
In epoca di knowledge worker, la punta di diamante di OST è certamente Marcello Sansone, Professore universitario, studioso ed esperto di sistemi distributivi e marketing territoriale, promotore di attrattività ed innovazione di ogni proposta.
Fabrizio Lucci garantisce competenze sui temi dello sviluppo organizzativo e del capitale umano, gestore di innovazione ed efficacia delle iniziative.
Fabio di Battista, avvocato con sensibilità profonda su partenariato pubblico/privato e reti d’impresa, assicura la ricaduta sociale delle idee.
Pierluigi Costantini, commercialista e consulente d’impresa, analizza le fattibilità di ogni iniziativa e si preoccupa della sostenibilità dei progetti».
E24: Perché “emergere” in questo momento?
LUCCI: «Fino ad oggi OST ha agito per la propria qualificazione metodologica, per l’affinamento di alcune tecniche ma, da pochi giorni, ha deciso di palesarsi come soggetto proattivo per lo sviluppo territoriale.
Riteniamo che questo sia il tempo giusto delle idee per lo sviluppo territoriale innovativo ed OST potrebbe fungere da facilitatore/collettore offrendo opzioni risolutive e gestionali nella cornice di rinascita fornita dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
In questo momento, Amministrazioni e policy makers locali dovranno saper cogliere le opportunità offerte dal PNRR sia sul piano della proposta che sul piano della gestione. Allo scopo occorrono capacità strategiche, progettuali, organizzative e gestionali che consentano di cogliere le sfide e vincerle.
In questo scenario possono essere utili le competenze e le esperienze messe insieme da OST, uno spazio concettuale che da tempo ha attivato un dibattito e sviluppato processi per proporsi come piattaforma organizzativa del capitale sociale del territorio, come abilitatore di metodi, conoscenze ed esperienze a supporto di indirizzi strategici rilevanti».
E24: Quali sono le sfide che si pone OST?
LUCCI: «Rigenerazione urbana e commercio di prossimità, filiera agroalimentare sostenibile, infrastrutture di servizio delle Aree ZES, gestione efficiente dei rifiuti, economia circolare, valorizzazione del patrimonio culturale e turistico, rafforzamento delle reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale sono temi non più affrontabili con letture verticali ed atomistiche, ma pretendono azioni in chiave aggregata e sistemica».