Simboli della “Decima Mas” nelle calze della Befana. L’Anpi denuncia: «Simboli nazifascisti reperibili liberamente su internet»
AVEZZANO – Simboli della famigerata “X Mas” nelle calze della Befana dei bambini di Capistrello, l’Anpi Marsica scopre un nuovo elemento a dir poco inquietante.
Come noto, infatti, sia il Sindaco di Capistrello, Franco Ciciotti, che la stessa Anpi Marsica, hanno subito stigmatizzato l’accaduto e proceduto a mettere mano ad apposite denunce.
Ma l’Anpi Marsica è andata oltre ed ha scoperto che, in effetti non è così difficile reperire sul mercato, soprattutto online, come mostra la foto, simboli fascisti e nazisti.
Questa la nota dell’Anpi Marsica, a firma dei dirigenti marsicani Augusto Di Bastiano e Giovanni D’Amico, con la quale, oltre a ribadire la condanna per quanto avvenuto a Capistrello e l’avvio delle conseguenti azioni legali, si stigmatizza proprio la facilità di reperimento, senza alcun rischio di provvedimenti di alcun genere, di tali orrendi materiali.
«In relazione al fatto molto grave, avvenuto a Capistrello e a Cerchio il 5 gennaio scorso durante la festa con i bambini per la consegna dei doni in occasione dell’Epifania, con l’inclusione in alcune calze-dono di simboli militari ed in particolare del simbolo della “X Brigata Mas”, con grave danno ideologico e culturale, lesivo di tutta la cultura antifascista, l’ANPI Marsica, denunciando senza attenuanti l’assoluta gravità del fatto che lede la storia e la memoria del Comune di Capistrello, medaglia d’oro al valor civile per l’eccidio dei 33 martiri avvenuto il 4 giugno 1944, condivide fermamente la denuncia inoltrata dal Sindaco del Comune di Capistrello alle autorità competenti affinché sia verificata la sussistenza di responsabilità nel fatto, con reati in dolo, e di ogni responsabilità lesiva della cultura democratica ed antifascista sulla quale è fondata la Repubblica Italiana, nata dal sacrificio di tanti inermi cittadini e fondata sulla nostra Costituzione.
Fatto ancor più grave e di rilevanza nazionale, che quegli stessi emblemi che richiamano la cultura nazifascista, come può rilevarsi direttamente dalla “rete”, siano disponibili nel libero commercio sia diretto che a distanza.
Sarà dunque un impegno preminente dell’ANPI richiamare l’attenzione del legislatore e delle autorità competenti affinché si ponga la dovuta revisione e la decisa correzione delle ingiustificabili norme di riferimento.
La memoria dei 33 Martiri, legata alla incessante ricerca della verità da parte del Presidente dell’ ANPI Marsica Antonio Rosini, che ha portato al riconoscimento della medaglia d’oro al valor civile per il Comune di Capistrello, celebrata dalla memoria collettiva e dal canto di Romolo Liberale, ha trovato sempre nel corso degli anni una presenza istituzionale e di riferimento morale da parte del Comune di Capistrello e delle sue Amministrazioni.
L’atto di denuncia inoltrato da parte del Sindaco, Francesco Ciciotti, è teso a salvaguardare un intero patrimonio di cultura antifascista, del quale si è fatta promotrice con coerenza negli anni ed ancora recentemente l’Amministrazione del Comune di Capistrello per l’intera Comunità, con la istituzione (D.G. n. 31 del 24 aprile 2021) del protocollo d’intesa per l’Associazione “I 33 Martiri”, alla quale aderiscono 10 Comuni della Valle Roveto e della Marsica, l’Associazione “Il Cammino dell’Accoglienza”, l’Associazione “Il Liri”, il Comitato Culturale, con nascente Centro di documentazione storica, rivolto soprattutto alle scuole e ai giovani, perché formino e rafforzino senza dubbio la loro coscienza civile e democratica.
In questo quadro di importanti iniziative, l’ANPI Marsica rivolge un appello a tutti i cittadini, che hanno partecipato con sdegno e con matura coscienza civile al fatto accaduto in questi giorni, di voler dare il proprio contributo forte ed attivo, con la partecipazione alle attività dell’Associazione per “I 33 Martiri di Capistrello” e del suo Comitato Culturale, che hanno sede presso il Comune di Capistrello».
Nostra riflessione sul passato e sul futuro
Orbene, se, come è rilevabile anche dall’immagine che vi proponiamo, basta fare un ordine internet per avere gli spettrali e orribili “gadget” del fascismo e del nazismo, crediamo, e siamo concordi con l’Anpi, che vi sia un vulnus nella legislazione e nella giurisprudenza, non solo nazionale, ma anche internazionale.
Bisogna fare un atto di chiarezza e coerenza a tutti i livelli. O si condannano tout-court nazismo e fascismo, e quindi in nessun angolo del mondo può essere consentito vendere o esporre, se non per finalità didattiche e di iniziative storico-culturali, questi simboli e quelle vicende, oppure siamo di fronte ad un inutile velo di cipolla.
Se in Italia il divieto di ricostruire il partito fascista ed è reato fare apologia di fascismo, bisogna decidersi, o questi reati sono reali e procurano conseguenze, oppure sono messi lì solo per tacitare qualcuno.
A allora vogliamo ricordare, anche ai proprietari e gestori dei social network per dire, che si “parano” dietro la “regole” che guidano questi canali, che la Seconda Guerra Mondiale, con i campi di sterminio, gli assassini politici e quant’altro, fu scatenata dalla furia di due persone, i signori Hitler Adolf e Mussolini Benito e che costò al mondo, complessivamente, circa 70 milioni di morti, come se l’Italia e la Svizzera fossero desertificate, insomma.
In questo numero si contano gli oltre 7 milioni di ebrei sterminati, gli omicidi politici commessi in Italia, leggi Matteotti, i fratelli Rosselli e tanti altri, senza parlare del milione di bambini morti nei lager e delle altre decine di migliaia morti sotto i bombardamenti o per fame e altre cause comunque riconducibili al conflitto.
Vogliamo ancora lasciare che questi lugubri e sinistri “gadget” possano essere venduti liberamente senza informare prima di che simboli si tratta e quale orribile storia nascondono?
La memoria del passato è la madre della libertà del futuro, e questo è un concetto sul quale sarà il caso arrivare ad una condivisione internazionale.