Sit-in a San Sebastiano dei Marsi per Amarena. Cannata: «Dobbiamo dare un segnale forte. Il Parco è un bene condiviso di tutto il mondo»

SAN SEBASTIANO DEI MARSI – Tutto il paese di San Sebastiano dei Marsi, frazione di Bisegna, questo pomeriggio si è ritrovato al fontanile dove Amarena si abbeverava con i cuccioli, dopo i terribili fatti della nottata passata.

E non poteva essere diversamente. La gente di San Sebastiano aveva adottato Amarena e tutti i suoi cuccioli, che praticamente erano una sorta di “cittadini onorari” del centro del Parco nell’alta Valle del Giovenco.

Hanno partecipato al sit-in tutte le associazioni del Giovenco che da sempre sono impegnate per la tutela del territorio e la protezione di orsi e lupi, le due specie più minacciate della fauna selvatica del Parco.

Alla manifestazione erano presenti anche le telecamere di RaiUno cn il programma “La Vita in Diretta” che si è collegato con San Sebastiano dei Marsi facendo parlare il presidente del Pnalm, Cannata, che ha a sua volta ha incontrato sia la popolazione che le persone del posto.

Dai loro racconti e dal loro dolore e sgomento è stato possibile toccare con mano quanto fosse importante Amarena, con i suoi cuccioli, per questa zona e per questa gente.

A Cannata i cittadini hanno posto tante domande sulla gestione dell’orso, sulla scarsità delle risorse alimentari e sulla sorveglianza.

Cittadini che non solo coesistevano con l’orsa e con gli orsi, ma che hanno sempre fatto di tutto per non disturbare Amarena e gli altri orsi che, spesso e volentieri, sono transitati per i vicoli, i cortili e le scalinate di San Sebastiano.

Senza parare delle visite nei frutteti dove Amarena faceva scorpacciate di ciliegie, prugne e quant’altro, del tutto indisturbata. Senza mai un’aggressione o una reazione minimamente scomposta.

Eppure stanotte la storia è stata tutta un’altra.

Il Presidente del Pnalm Cannata è stato chiarissimo al riguardo: «Ci costituiremo in giudizio come parte danneggiata. Non ci ricaveremo quasi nulla – ha detto -, ma il problema non è questo.

Dobbiamo dare un segnale forte, soprattutto ai giovani. Dobbiamo tracciare delle differenze e far comprendere una volta per tutte che il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise è un bene condiviso di tutto il mondo».

Insomma, se è possibile, aprite le teste e chiudete le cartuccere.

Durante tutto il sit-in è stato fatto volare in cielo un aquilone con la scritta “Amarena” e due cuori, quelli gonfi di dolore e rabbia di una popolazione intera che non la dimenticherà.

Mai.