Soldato teramano usato come cavia per gli esperimenti dei nazisti: dopo 78 anni la famiglia scopre la tragica fine
TERAMO – L’importante scoperta è stata fatta dalla ricercatrice storica, prof.ssa Silvia Pascale, che ha subito comunicato al collega di Giulianova, Walter De Berardinis, di attivarsi per rintracciare documenti e la famiglia del soldato. Grazie alla collaborazione della famiglia del caduto Dario Cosmi di Teramo, De Berardinis ha fatto inoltrare loro la domanda per l’attribuzione della Medaglia d’Onore per il riconoscimento come internato nei lager nazisti (IMI), con la collaborazione istituzionale del Sindaco di Teramo, Gianguido D’Alberto e della Vicesindaca, Stefania Di Padova, per aver consentito a De Berardinis di visionare ulteriori documenti storici.
Il soldato Dario Cosmi, classe 1923, nativo di Teramo, il 5 maggio 1943 era partito da Barletta con l’8° reggimento Genio di Roma per aggregarsi al deposito misto Truppe Regio Esercito dell’Egeo e stabilirsi sull’isola di Rodi con la 91° compagnia artieri (genio).
All’indomani dell’8 settembre 1943 e la conseguente resa all’ex alleato tedesco, verrà catturato e deportato in Germania. Il 18 marzo 1945, nel centro di sterminio per l’eliminazione delle vite indegne di essere vissute (aktion t4) di Hadamar, sarà dichiarato morto per malattia, ma in realtà era stato usato come cavia per gli esperimenti dei nazisti. Questo luogo, dove dal 1942 non venivano eliminati i disabili fisici o psichici, ma anche lavoratori forzati, prigionieri di guerra e anche IMI, come Dario Cosmi, che si trovavano nelle condizioni di non essere più utili, per una beffa del destino, verrà liberato dall’esercito americano solo dopo otto giorni dalla sua morte, il 26 marzo 1945.
La sezione ANEI (Associazione Nazionale Ex Internati) di Teramo, a nome della Sua presidente Edoarda Broccolini, figlia dell’IMI carabiniere Carmine Broccolini, dà comunicazione agli organi di stampa locali degli importanti traguardi sopra descritti e riguardanti l’infausta sorte dell’IMI di Teramo, soldato Dario Cosmi, ottenuti con la preziosa collaborazione della sezione ANEI di Treviso, ringraziando la Sua presidente, professoressa e storica Silvia Pascale, per l’input, le ricerche, l’interessamento e il coinvolgimento nell’importante progetto storico-scientifico che sta conducendo insieme ai soci della sezione sugli IMI che sono stati uccisi nei cosiddetti centri di “Eutanasia decentralizzata” come Hadamar.
Si esprime, per l’occasione, gratitudine anche nei confronti dello storico e giornalista giuliese Walter De Berardinis, per la Sua squisita disponibilità e l’immancabile impegno nel nome della Memoria per gli IMI della provincia di Teramo.
Essere riusciti a contattare in poco tempo il nipote dell’IMI Dario Cosmi di Teramo, (nipote che porta lo stesso nome dello zio deceduto nel 1943 nel lager nazista), ha permesso di rivelare alla famiglia la scottante e terribile verità storica su quanto accaduto al congiunto, squarciando il velo dell’oblio che avvolgeva la sua morte, 80 anni dopo quei tragici eventi.
E con la famiglia dell’IMI, le istituzioni tutte, ANEI di Teramo e ANEI di Treviso e De Berardinis coinvolti in questo progetto storico-scientifico si impegnano a celebrare nella sua Teramo, nei tempi e nelle modalità opportuni, il sacrificio estremo dell’IMI Cosmi Dario, che sino alla fine dei suoi giorni ha tenuto alti i valori oggi cari alla Repubblica Italiana nel ruolo che ricoprì tra gli IMI nella resistenza al nazifascismo.