Sos carceri in Abruzzo. Emergenze ad Avezzano, Sulmona e Teramo
Merola (Cgil) scrive al Provveditore per un agente aggredito.
La Pezzopane interroga il Governo sui contagi nel penitenziario di Sulmona.
Ad Avezzano si attende risposta per l’ex detenuto da mesi in attesa di ricovero in una Rems
AVEZZANO – È allarme carceri in Abruzzo. Problemi vecchi e nuovi, infatti, stanno rendendo sempre più difficili le condizioni sia per i detenuti che quelle per chi nel carcere ci lavora quotidianamente come gli agenti penitenziari.
Il responsabile del settore Polizia carceraria della Cgil, Giuseppe Merola, ha scritto una lettera al Provveditore dell’Amministrazione penitenziaria, Carmelo Cantone, e ad altre autorità carcerarie, oltre ce ai vertici della su organizzazioni, per una aggressione avvenuta a Teramo. Un agente, infatti, è stato colpito da un detenuto con problemi psichiatrici.
Stefania Pezzopane, invece, ha scritto una interrogazione la Governo per sapere cosa si intenda fare per la vicenda dei contagi da Covid-19 nel penitenziario di Sulmona.
Ad Avezzano, dopo la segnalazione dell’avvocato Roberto Verdecchia per un un giovane marsicano ex detenuto perché dichiarato semi incapace di intendere e volere, si attende che, dopo quasi sei mesi, si trovi un posto in una Rems (Residenza per l’Espiazione Misure di Sicurezza) dove ricoverare, come ordinato dal giudice, lo stesso ragazzo marsicano.
Questa la nota di Giuseppe Merola della Cgil: «Egregio Provveditore, corre il doveroso obbligo, da parte di questo Coordinamento Regionale, stigmatizzare il grave evento verificatosi, nella giornata del 13 aprile ultimo scorso, presso l’Istituto indicato in oggetto. Nella fattispecie, un detenuto (con problematiche di natura psichiatrica) ha aggredito fisicamente un poliziotto penitenziario.
Detto ciò, appare indispensabile chiederLe un immediato intervento in tal senso, nell’opportuna ed improcrastinabile misura di un trasferimento, del detenuto argomentato, presso altro penitenziario, considerato l’interessamento dello stesso in pregressi ed analoghi episodi.
Pertanto, onde arginare ulteriori ed eventuali compromissione dei profili di ordine e sicurezza e al fine di preservare l’incolumità psico fisica di tutta la collettività penitenziaria, Voglia la S.V. dare giusto seguito a quanto sopra esposto e richiesto».
Sintetica Stefania Pezzopane nel suo documento, inviato al Governo e relativo alle vicende che si starebbero verificando all’interno della casa Circondariale di Sulmona: «Agenti di Polizia Penitenziaria di stanza presso la Casa di Reclusione di Sulmona sono risultati positivi al COVID-19 e sono attualmente ricoverati presso strutture ospedaliere. Sul territorio nazionale vi sono più di cento poliziotti penitenziari positivi al COVID-19 ed è necessario ed urgente che vengano valutati, nelle proprie competenze politiche-governative, interventi in tal senso, così da poter assicurare i test argomentati a tutti gli agenti penitenziari in servizio presso le strutture delle Regioni Abruzzo e Molise- scrive la Pezzopane nell’interrogazione presentata al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministero della Salute e al Ministero dell’Interno – . Alla luce dei fatti sopra riportati quali misure – chiede la deputata dem – compreso i test sierologici, il Governo intenda adottare al fine di tutelare la salute del personale di Polizia Penitenziaria. La tutela di tutto il personale che opera all’interno delle carceri è essenziale per dare sicurezza a loro e alle loro famiglie, ma anche a tutti i detenuti – conclude – anch’essi da sottoporre ad ogni forma di tutela della loro salute».
Resta in attesa ancora il giovane marsicano da ricoverare in una Rems della regione, come deciso dal Gip del Tribunale di Avezzano. Il ragazzo, sotto processo per maltrattamenti in famiglia ai danni dei genitori, ad un perizia psichiatrica, è risultato semi incapace di intendere e di volere a causa di sopraggiunte psicopatologie che sarebbero state causate dal forte uso di stupefacenti. Da sei mesi l’avvocato Verdecchia di Avezzano sta battendo ogni pista per ottenere il ricovero. Una necessità sia per l’incolumità del giovane che di quella dei familiari e delle guardie carcerarie. Una vicenda scandalosa che mette fortemente in rilievo le gravissime carenze presenti in due settori vitali di uno Stato come Sanità e Giustizia.