Stalag Covid-19. Altro paziente marsicano trasferito in alta montagna
Dopo il caso delle due donne di Collarmele, un altro uomo finisce a Campo Imperatore. Temperatura minima registrata -2°
AVEZZANO – Convalescenza dal Covid-19 fra freddo polare e neve. Se è pur vero che non bisogna fare polemiche in questo momento, resta però il sacrosanto diritto di cronaca di fronte a palesi mancanze di rispetto nei confronti di chi è malato.
La storia che vi andiamo a raccontare ce l’ha prima raccontata un uomo della Marsica che ha avuto la sventura di avere il padre positivo al Coronavirus. L’uomo, il 15 marzo scorso, è risultato positivo al Covid-19. Sono seguiti quindici giorni di ricovero presso reparto di malattie infettive dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila. Dopo le due settimane, quindi, il paziente marsicano ha ripetuto il tampone che fortunatamente ha dato esito negativo. Tutto bene? Nemmeno per sogno. L’uomo, nella giornata odierna, sarebbe stato trasportato in un hotel sito a Campo Imperatore. Stando a quanto ci riferiscono i congiunti del ricoverato, nella struttura non è presente alcun assistente sanitario e l’uomo è stato lasciato insieme ad altre persone tutte quante in attesa di contro tampone. Secondo quanto raccontano i nostri lettori, poi, la stanza assegnata non aveva avuto il trattamento di sanificazione o, comunque, come riportato in un secondo momento, presentava anomalie. La stanza definitiva, poi, è stata data al nostro paziente, che si è dimostrato “pazientissimo” a dire il vero, sarebbe arrivata solo dopo due ore di attesa, trascorsa con una coperta, seduto su una poltrona e dopo numerose telefonate. Stanza che anche questa, dicono i parenti dell’uomo, non aveva avuto il trattamento di bonifica. L’uomo, infine, da solo, avrebbe dovuto fare su e giù per le scale e trasportarsi le due valigie che aveva con sé. Al momento questo degente marsicano, quindi, si trova nella struttura di Campo Imperatore, senza neppure un termometro per misurare la febbre e, stando al racconto dei parenti, con un pasto freddo portato dall’ospedale e senz’acqua, ma soprattutto senza alcun tipo di assistenza sanitaria.
Noi non abbiamo nessun motivo per non credere a questo racconto e quindi facciamo due notazioni. La convalescenza di chi ha avuto questa già grave disavventura dovrebbe farsi in un luogo caldo, attrezzato da un punto di vista medico-sanitario, con personale preparato e in un ambiente confortevole. Noi vogliamo dare un’informazione che, a nostro parere, è la più indicativa. Il nostro paziente marsicano non ha il termometro per misurare la febbre, ma noi abbiamo i nostri collaboratori che seguono il meteo che, con le loro attrezzature, hanno potuto rilevare la temperatura nella zona e ciò che accadrà a giorni. Attualmente Campo Imperatore segna un bel -2 gradi centigradi e le previsioni, a causa dell’arrivo di ulteriore aria fredda, dicono che nei prossimi giorni potrebbero arrivare, nei valori minimi a -12. Quindi, non solo crediamo pienamente in questo racconto, ma diciamo di essere pienamente al fianco di questa famiglia. Sosterremo loro come sosterremo tutti quelli che saranno costretti a vivere esperienze simili, frutto della cattiva amministrazione della sanità, degli sperperi di denaro pubblico e della assoluta improvvisazione, nella nostra regione, davanti a questa pandemia. Non è giusto che persone malate, che debbano passare un isolamento post malattia, debbano essere trattate in questo modo e non è giusto che ci sia ancora da chiedersi dove si finirà se ci si ammala, se ci saranno posti letto e così via, un turbinio di dubbi e paure che non fa che alzare il livello di ansia delle persone.
A noi, a differenza di altri, gli eroi non piacciono. «Beato quel popolo che non ha bisogno di eroi», disse Berthold Brecht. E aveva ragione. A noi non servono eroi, servono l’efficienza, la trasparenza, la competenza, la capacità di programmare per fare in modo che non ci debbano essere medici e infermieri a fare turni h24 e morire sui luoghi di lavoro, pazienti che rischiano di essere “un soprannumero” e quindi di non poter essere curati, e altri che, come oggi, in questo caso, debbano andare a trascorrere l’isolamento in una sorta di Stalag di teutonica memoria, al freddo e senza assistenza. Tutto questo non è accettabile, non lo si deve accettare e deve essere rimosso e risolto, al di là e al di fuori delle beghette politiche di piccolo cabotaggio fra chi cerca di addentare un posto letto in più, un reparto o uno scampolo di terapia intensiva a buon mercato. Il rispetto della vita e dell’uomo, questo, secondo noi, deve essere messo al primo posto da chi si è preso innanzitutto l’onore di governare.