Stati Generali? Vi spieghiamo cos’è l’assemblea che dette il via alla Rivoluzione Francese

Luigi XVI se ne stava gironzolando in santa pace in quel di Versailles quando gli fu notificato che la Francia era in bancarotta. :”Parbleau!” Esclamò il re “che significa?” e i sui ministri di rimando: “ non abbiamo più una lira (francese) monsieur le Roi!”

“Non posso più fare colazione col mio pasticciotto preferito?” saltò su il Re “mais non” risposero i ministri ”lei il pasticciotto se lo mangia ma il popolo manco per rien!” Anche sua moglie la Regina Maria Antonietta ne rimase colpita, anzi, quando seppe che il popolo aveva fame esclamò: S’il s n’ont plus de pain, qu’ils mangent de la brioche”, cioè “se non hanno più pane che mangino delle bioches“. Che poi ‘sta donna benedetta non stava manco tanto simpatica al popolo anche perché non era francese: infatti la gente si riferiva a lei con l’appellativo “l’Austriaca”.

A dire la verità già il ministro delle finanze de Calonne aveva presentato un Piano di miglioramento delle finanze che prevedeva, tra l’altro, l’imposizione di una tassa su tutte le proprietà fondiarie, anche nobiliari ed ecclesiastiche e altre misure a favore della produzione industriale e del commercio. A questa riforma fiscale se ne associava anche una amministrativa (il tutto mi ricorda qualcosa…).

Necker

In seguito le finanze francesi furono guidate da un ministro, Necker, che era un… banchiere ed era l’unico contento da quelle parti. Insomma la situazione era quel che era: la Francia non aveva danaro, non c’era lavoro e il popolo aveva fame. Così a Luigi XVI venne un’ideona: indisse gli Stati Generali! ‘Sta cosa era un po’ l’estrema ratio perché ad ogni morte di Papa erano convocati i rappresentanti delle varie classi sociali per comunicare ciò che economicamente li aspettava ed escogitare insieme qualcosa  onde evitare lacrime sangue alla nazione, per cui quando si pronunciava la parola “Stati Generali” c’era sempre una esclamazione “Ma porc…

Chi erano questi Stati? Erano le tre classi sociali francesi: clero, nobiltà e popolo (o Terzo Stato). Come si diceva erano convocati i rappresentanti degli stati ogni volta in cui il re si trovava a risolvere questioni per le quali c’era la necessità di un “avallo” popolare, quindi, in particolare, per questioni economiche. Pensate che convocare questa assemblea fosse cosa facile? No, c’era da rispettare un rituale: il re riceveva i rappresentanti del clero nella sua stanza di lavoro, che rimaneva con entrambi i battenti aperti, poi si chiudeva un battente ed erano ricevuti i deputati della nobiltà. Il Terzo Stato? Il re si trasferiva nella sua camera da letto e assisteva alla sfilata dei deputati del popolo. Tutta ‘sta storia serviva per ricordare ai rappresentanti della nazione che le divisioni sociali erano istituzione di Stato e pertanto non potevano essere nemmeno messe in discussione. Il 2 maggio 1789 i deputati degli Stati generali furono presentati al re secondo questa antica usanza e meno male che non era d’uso il bagno per ricevere gente… . Il pensiero dell’epoca? Nella fattispecie, i nobili e il clero volevano levare quanto più potere al re per prendersene un po’ di più loro, mentre, il Terzo Stato, voleva ottenere una maggiore uguaglianza e abolire i privilegi (udite udite!). Come da immaginarsi la cosa degenerò in liti e insulti e il popolo sapete che fece? Decise di formare una Assemblea Nazionale dove non contavano i ceti sociali, ma si volevano rappresentare gli interessi della nazione.

Giuramento della Pallacorda

Immaginate Re Luigi XVI: non solo gli prese un colpo secco, ma manco ci capì un accidente essendo completamente avulso dalla conoscenza della vita reale, si spaventò a tal punto da prendere le difese della nobiltà arrivando a chiudere l’aula per impedire la riunione. Il Terzo Stato non si impressionò e si asserragliò in una sala che era quella dove si giocava a pallacorda, una specie di nonna del Tennis e giurarono di non sciogliersi mai fino all’ottenimento di una Costituzione più giusta ed egualitaria (libertè, egalitè, ecc ricordate no?). Questa faccenda passò alla storia come il Giuramento della Pallacorda. Cosa accadde in seguito? Il 27 giugno, Luigi XVI fu costretto a riconoscere l’Assemblea Nazionale Costituente formata da tutti e tre gli ordini sociali.

Si arrivò alla guerra contro l’Austria e prussiani, loro alleati, ormai troppo pericolosi per la nuova Francia. Che ve lo dico a fare? I tedeschi stavano sempre in mezzo e Robespierre, Danton e Marat accusarono i capi dell’esercito di cospirare con gli invasori germanici viste le mazzate che stava prendendo la Francia.

Danton, Marat, Robespierre

A mio parere questa storia degli Stati Generali portò pure una bella sfiga ai protagonisti. Per farla breve Luigi XVI tentò di scappare all’estero ma fu riacchiappato e oggetto di una sfumatura alta sul collo con la ghigliottina. La sua fuga lo aveva reso “antipatico” al popolo e poi fu trovato un armadio di ferro contenente documenti con i quali chiedeva aiuto ai sovrani di altre nazioni.

Maria Antonietta

Maria Antonietta “l’Austriaca” regina consorte, accusata di alto tradimento, morì con dignità, decapitata anche lei. Maximilien de Robespierre, detto “l’incorruttibile”, che voleva costituire la Repubblica e togliere di mezzo il re a tutti i costi, fece parte, durante il regime del Terrore, della Commissione di Sanità pubblica, ma tanto ruppe le scatole al popolo che gli tagliarono la testa. Georges Jacques Danton, propugnatore della rivoluzione accada quel che accada, gli accadde di essere ghigliottinato sotto il Regime del terrore su pressione proprio di quel Comitato di salute pubblica che era costata la capoccia a Robespierre. Il giornalista Marat che con i suoi scritti aveva gonfiato le vele della barca della rivoluzione, invece, fu assassinato nella vasca da bagno da Charlotte Corday.

Tutta questa gente perse letteralmente la testa dimenticando quello che fu poi condensato in una battuta da Nino Manfredi nel film “In nome del Papa Re”: “Cor popolo ce se sbatte sempre er grugno” e così fu nella rivoluzione francese che non era un periodo mica da ridere. Tutti pensano che i francesi presa la Bastiglia, tagliarono la testa a qualche nobile e finì lì. La cosa durò, invece, dieci anni dal 1789 al 1799 e le migliori menti lavorarono tra conflitti e incomprensioni ad un progetto il cui risultato fu l’era moderna. Gli Stati Generali, dai quali ebbe i natali, furono una serie di eventi che videro la contrapposizione del vecchio col moderno, come l’odiosa sudditanza ad alcune nazioni e la loro interferenza (le solite di oggi) nei destini di Francia. Basti pensare che il matrimonio di Luigi XVI di Borbone con Maria Antonietta d’Asburgo-Lorena aveva fatto in modo che i crucchi infilassero il loro naso nelle cose francesi. Questo non era l’unico problema: alle leve di comando francesi s’erano insediate persone che creavano pesanti conflitti di interesse come quello del banchiere Jacques Necker in qualità di ministro delle finanze. Era tutto da rifare !

Nino Manfredi nel film “In Nome del Papa Re”

Quando si parla di “Stati Generali”, non ci si riferisce ad una bazzecola fatta tanto per fare, ma ad un qualcosa che cambiò il mondo, avviò l’era moderna, generando la rivoluzione francese la cui barca navigò sul sangue di tanti, ma soprattutto si dimostrò non essere, quello che per anni (dal 1300) si pensava fosse, il modo per anestetizzare il popolo. Da quella vicenda nacque, però, una belva assetata di sangue che non solo cambiò tutto, ma che si nutrì proprio dei suoi creatori.

Visto il funzionamento della cosa, mi permettete una piccola digressione ai giorni nostri? Si parla di Stati Generali a Villa Pamphili a Roma. Ma a cosa servono? Mi spiego meglio: da sempre, una parte governativa ha sostenuto che accordi e decisioni vanno prese nella sede opportuna che è quella del Parlamento. Mi chiedo: allora gli Stati Generali a Villa Pamphili a cosa servono non essendo quello il posto deputato alle discussioni e decisioni riguardanti la Nazione? Mi pare di ricordare che non esistono gli Stati Generali nella Costituzione italiana e dunque? Stanno facendo cosa? Un seminario? Prendono tempo per..? Per dare un nome roboante ad una iniziativa che lascia il tempo che trova? Vabbè sicuramente mi sbaglio, non mi date retta: io sono un vecchio brontolone. Un saluto da un metro e mezzo.

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