Storia del Tricolore: a lezione, nell’Istituto “Serpieri”, con il Generale di Divisione, Vero Fazio
AVEZZANO – “Alle origini del Tricolore…tra il corbezzolo e Pascoli” è stato al centro di una conversazione tenuta dal Generale di Divisione, Vero Fazio, nell’Istituto Superiore “Serpieri” di Avezzano.
Una lezione veramente interessante, per gli studenti dell’Agrario, inserita nel percorso “Cittadinanza e Costituzione”. Una mattina particolare, alla scoperta di aneddoti e gesta eroiche che hanno portato al Tricolore italiano quale bandiera nazionale.
Il Tricolore nasce a Reggio Emilia il 7 gennaio 1797, quando il Parlamento della Repubblica Cispadana, su proposta del deputato Giuseppe Compagnoni, decreta “che si renda universale lo Stendardo o Bandiera Cispadana di Tre Colori Verde, Bianco, e Rosso, e che questi tre Colori si usino anche nella Coccarda Cispadana, la quale debba portarsi da tutti”.
Ma perché proprio questi tre colori? Il Generale Fazio ha ripercorso tutte le tappe: dalle armate napoleoniche, al Risorgimento, all’Unità fino ai nostri giorni. Una lezione che ha colto l’attenzione degli studenti del “Serpieri” e degli stessi docenti presenti in Aula Magna.
Ad accogliere e porgere il benvenuto al relatore la prof. Cristina Di Sabatino, dirigente del Serpieri, mentre l’intero “convegno” è stato coordinato dalla studentessa Lucia Faenza che, nel presentare il Generale di Divisione Vero Fazio, ha ricordato anche la sua vocazione di maratoneta e scrittore.
Alcuni versi della poesia del Pascoli, (Odi e inni 1906) “Al corbezzolo”, sono stati recitati dallo studente Christian Fusco. Perché il poeta Giovanni Pascoli dedicò al corbezzolo una poesia. In essa si fa riferimento al passo dell’Eneide in cui Pallante, ucciso da Turno, era stato adagiato su rami di corbezzolo; il poeta vide nei colori di questa pianta una prefigurazione della bandiera nazionale e considerò Pallante il primo martire della causa nazionale.
L’intera, bella ed interessante mattinata al “Serpieri” è stata organizzata dalla prof. Daniela Vincitorio.