“Sulla caccia in Abruzzo siamo ancora alle prese con le vane promesse della Giunta Marsilio!”, la denuncia di Dino Pepe

Chiedo sempre per un amico cacciatore abruzzese: ci avevano promesso il calendario venatorio approvato in Giunta entro il 15 giugno…lo hanno invece approvato il 28 agosto con un ritardo di ben 75 giorni! Ci avevano promesso la preapertura alla tortora i primissimi di settembre, invece è tutto rinviato al 20 settembre quando le tortore non ci sono ormai più! Ci avevano promesso l’approvazione del Piano Faunistico Venatorio Regionale, invece l’hanno riapprovato in Giunta e sono tornati al punto di partenza! Ci avevano promesso la caccia alla beccaccia fino al 31 gennaio, invece hanno deliberato la caccia “salvo parere dell’Ispra” sapendo già benissimo che questa non darà parere favorevole”.

Dopo la tardiva approvazione del calendario venatorio abruzzese 2020/21 l’ex Assessore Regionale alla Caccia, Dino Pepe, torna ad affrontare questo tema esprimendo la forte perplessità sua e di molti cacciatori abruzzesi e di diverse associazioni venatorie e non che, in queste settimane, non hanno affatto nascosto il loro malumore per le numerose promesse fatte e poi disattese dalla Giunta Marsilio e dalla maggioranza di centrodestra su questo delicato tema.

Ma, in tutto questo, il problema è anche quello che non avevano promesso al mondo venatorio e che invece hanno approvato, nello sconcerto generale – aggiunge il Vice Capogruppo Regionale del Partito Democratico – hanno cancellato l’apertura per quaglia e fagiano la terza domenica di settembre! Hanno abolito, dopo anni in cui si iniziava il 15 agosto, l’addestramento dei cani. Hanno dato il via alla preapertura ai corvidi che, qualche cacciatore, utilizzerà come pretesto per sparare ad altre specie non ancora cacciabili, così che, una cosa del tutto inutile, rischia di arrecare anche un danno! Tutto il mondo venatorio è deluso e amareggiato per la “grande novità del calendario 2020-2021” venatorio abruzzese: la preapertura alla cornacchia, alla gazza e alla ghiandaia. Davvero briciole umilianti per i cacciatori abruzzesi!”.

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