Sulmona. Domenica il “Rigoletto” per i 90 anni del Teatro “M. Caniglia”

SULMONA– Torna l’Opera al Teatro Caniglia per un’occasione veramente speciale: il 90° anniversario dalla sua inaugurazione. E’ il maggio del 1933 quando inizia l’attività con la sua prima stagione il nuovo incantevole e fascinoso Teatro Comunale di Sulmona.

E’ proprio con Rigoletto e Andrea Chénier che ha inizio la lunga e gloriosa storia musicale del Teatro successivamente dedicato al famoso soprano di origini abruzzesi, Maria Caniglia, che più volte nella sua carriera aveva calcato questo palcoscenico, a partire proprio dalla sua inaugurazione.

Inizia così una lunga e prestigiosa attività musicale in un luogo che, con il suo fascino e la sua preziosità entrerà presto a far parte del patrimonio culturale della città. Nell’arco quasi di un secolo, a cavallo tra i primi del ‘900 e il 2020, anche grazie alla Camerata Musicale, il palcoscenico del Caniglia ha visto passare i più prestigiosi nomi della musica internazionale, oltre che i protagonisti di primo piano della prosa italiana.

Il direttore artistico della Camerata Musicale Sulmonese, Gaetano Di Bacco, ha voluto ricordare questa importante ricorrenza  proprio con Rigoletto,  melodramma  in tre atti di Giuseppe Verdi  su libretto di Francesco Maria Piave nella messa in scena con l’Orchestra Sinfonica delle Terre Verdiane, Coro dell’Opera di Parma, Maestro del Coro Emiliano Esposito , Maestro Concertatore e Direttore Stefano Giaroli e la regia di Alessandro Brachetti. Scenografie e costumi sono di Arte Scenica di Reggio Emilia.

Lo spettacolo è il risultato di una fruttuosa collaborazione tra la Camerata Musicale Sulmonese, il Comune di Sulmona e la prestigiosa Fondazione CARISPAQ. 
In considerazione della durata, lo spettacolo avrà inizio in via eccezionale alle ore 17.00.
Per l’occasione, su gentile concessione del Sindaco di Sulmona Gianfranco Di Piero, il programma di sala riporterà la riproduzione della copertina di quello del debutto di Rigoletto del 1933.  Durante la serata, per consentire al pubblico una miglior comprensione della storia, su un maxischermo installato in sala scorrerà il testo del libretto dell’opera.

Primo della cosiddetta “trilogia popolare” (con Trovatore e Traviata), Rigoletto segna una svolta epocale nell’evoluzione artistica di Verdi.  Alla domanda “…se la sua casa andasse a fuoco quale delle sue opere salverebbe” lui rispose “Il mio Gobbo”. Composto nel 1851 su libretto tratto da F.M. Piave dal dramma storico di Victor Hugo “Le roi s’amuse”, Rigoletto debuttò al Teatro La Fenice a marzo dello stesso anno dopo una serie di vicissitudini legate alla censura veneziana.

Con le sue melodie indimenticabili (“bella figlia dell’amore”, “La donna è mobile”, “Questa o quella per me pari sono”) costituisce una tappa fondamentale nell’evoluzione del percorso artistico del compositore, che la definisce “opera rivoluzionaria”, e resta una delle opere più rappresentate e anche più apprezzate dagli appassionati della lirica.

La storia
La vicenda è ambientata a Mantova, nel XVI secolo. Rigoletto, gobbo buffone di corte, ha una figlia, Gilda, la cui esistenza tenta di mantenere segreta ai cortigiani, molti dei quali intendono vendicarsi di lui per le sue beffe feroci.

Gilda, credendolo un povero studente, si è invaghita del frivolo e incostante duca di Mantova, introdottosi furtivamente nella sua casa per farle una corte appassionata. In un secondo tempo i cortigiani del duca, che intendono vendicarsi di Rigoletto, rapiscono Gilda e la conducono al palazzo, credendola però l’amante e non la figlia del buffone.

Lei, sedotta dal duca, si dispera per la sua sorte; Rigoletto giura di vendicarne l’onta. Ingaggia quindi un sicario, Sparafucile. Ma all’ultimo momento Gilda, ancora innamorata del duca, si sostituisce a lui e cade pugnalata al suo posto.
gli interpreti:

  • Rigoletto, buffone di Corte (baritono), Marzio Giossi;
  • Gilda, figlia di lui (soprano), Scilla Cristiano;
  • Il Duca di Mantova (tenore), Diego De Santis;
  • Sparafucile, sicario (basso), Massimiliano Catellani;
  • Maddalena, sorella di lui (mezzosoprano), Anna Malavasi;
  • Giovanna, custode di Gilda (soprano), Federica Giorgia Venturi;
  • Il Conte di Monterone (basso), Luca Gallo;
  • Il Cavaliere Marullo (baritono)   Roberto Scandura;
  • Matteo Borsa, Cortigiano (tenore), Fabio Tamagnini;
  • Il Conte di Ceprano (basso), Luca Bauce;
  • La Contessa, sposa di Lui (soprano), Maria Vittoria Cucchi;
  • Un Paggio della Duchessa (soprano), Federica Giorgia Venturi.

Il Coro dell’Opera di Parma, rinomato gruppo vocale che raccoglie la secolare tradizione corale della città, nasce dall’esigenza di creare una realtà composta da artisti di ottima preparazione musicale e, insieme, straordinaria capacità di movimento sulla scena. Partecipa a numerose produzioni liriche nei principali teatri italiani. 

Nel 2015 il coro è chiamato da Giovanni Allevi ad incidere un brano che diventa poi l’Inno ufficiale del campionato di calcio della Serie A.

Fondata nel 2003 dal M° Stefano Giaroli per valorizzare giovani musicisti dell’Emilia Romagna, l’ Orchestra Sinfonica delle Terre Verdiane si caratterizza oggi come una delle più vivaci e dinamiche realtà orchestrali italiane accogliendo elementi di spicco che collaborano con prestigiose orchestre nazionali ed internazionali.

Negli anni ha acquisito un vasto repertorio operistico e annovera esibizioni in Italia e all’estero.
                                                                                   Biglietti: platea, I e II ordine € 35 
III ordine e anfiteatro € 25
IV ordine € 20 Ridotto giovani € 15 
Info:0864 212207
camusic@libero.it
www.cameratamusicalesulmonese.it