Tagliacozzo. Piccoli teppisti crescono. Dov’è finita l’educazione?
TAGLIACOZZO – Il fenomeno è in preoccupante ascesa. Gruppi incontrollati di teppisti imperversano impuniti in città, sfogando i loro istinti repressi con ingiustificabili atti di vandalismo a danno di cose pubbliche e private, dando luogo nei cosiddetti fine-settimana a spaventose risse, abusando in quantità industriali di alcool e sostanze stupefacenti.
I deprecabili episodi si ripetono ormai con frequenza allarmante ed hanno stretta somiglianza con i fatti di cronaca che si registrano con cadenza quasi giornaliera soltanto negli ambienti più degradati delle grandi città. Qui, nella specie, si tratta di bande di minorenni viziati e abbandonati a sé stessi, che hanno scelto Tagliacozzo e il suo centro storico come campo di battaglia. Sono comportamenti di soggetti poco più che ragazzi che andrebbero corretti e puniti esemplarmente. La guerriglia urbana scatenata da due baby-gang nella notte tra il 12 e il 13 ottobre in piazza dell’Obelisco, è il segnale evidente di una misura ormai colma e non più tollerabile. Le buone maniere per ricondurre sulla corretta strada questi ragazzotti violenti, viziati, trasgressivi e rissosi, servono a poco. Ci si chiede dove si stia andando; ci si interroga dove sia finito il ruolo della scuola; ci si domanda – soprattutto – dove stiano le famiglie.
Le famiglie, appunto. Nell’attuale contesto sociale è più facile perdonare e fingere di nulla, derubricare a semplice “monellata” il fastidio che si arreca ad altri, anziché adottare severi provvedimenti di correzione e controllo nei confronti di ragazzi, ragazzini, se non cominciando addirittura dai bambini. Evidentemente la famiglia non fa più presa o, forse, i cattivi esempi cominciano proprio lì. Di fatto, emerge una indisciplina diffusa, un’aggressività latente, una insopportabile strafottenza cui occorre mettere un freno. Si comincia sempre per gioco, si finisce con i fatti di Tagliacozzo e di Avezzano di cui si è ampiamente occupata la cronaca di questi giorni. E in casi del genere, il freno a tanta e esuberanza e ineducazione possono attivarlo soltanto le famiglie e la scuola.