Tamponificio Marsica: navigando a vista fra errori e mala organizzazione
Facile dare la colpa alla sanità pubblica (che sicuramente non è innocente), ma quanto stiamo sbagliando anche noi?
AVEZZANO – La situazione è complicata e si naviga nettamente a vista: in un anno è cambiato poco, ed il solo aiuto del vaccino, al momento, stenta a tamponare la situazione.
E questa comparazione ve la racconta lo scrivente, che per la terza volta in poco più di un anno si è ritrovato ad essere in quarantena preventiva. Le differenze? Poche, forse nulle.
La prima volta è stata nel Ottobre 2020: cena con un amico, 2 giorni dopo positivo con febbre, e scatta la quarantena.
Inserito in piattaforma Asl, inizio la mia quarantena in casa, e dopo 12 giorni, all’avvenire di nessuna comunicazione dalla Asl, mi ritrovo a dover sopperire da solo tramite centro privato ad un tampone, risultando poi negativo.
La Asl arriverà dopo 38 giorni dall’inserimento in piattaforma. Non vi era personale e, soprattutto, non vi erano tamponi.
Poteva essere comprensibile, nel pieno della seconda ondata di emergenza, quando ancora il mondo si affacciava ad una pandemia.
Passano i mesi, arrivano i vaccini, arriva l’estate e la situazione sembra calmarsi nonostante la variante Delta inizialmente molto temuta.
In poche settimane si è tornati alla situazione dell’anno precedente
Passata l’estate, e con l’approssimarsi dell’inverno, arriva la variante Omicron: più contagiosa, ma (al momento) sembrerebbe meno letale.
Da qui inizia nuovamente l’impennata dei contagi, con la gente che non vuole rinunciare più a scampoli di vita sociale o personale e la copertura vaccinale che cala e necessità una terza dose (detta booster).
E questo basta per rimandare indietro l’orologio di un anno con l’arrivo delle feste.
Difatti, con Omicron molto contagiosa, gli ultimi scampoli di no-vax, e gente che fa controlli “erroneamente”, il tamponificio torna a bruciare una marea di tamponi.
E fu così che, per le feste, un tampone divenne più prezioso del petrolio al barile.
Difatti, come ci hanno segnalato e raccontato diversi farmacisti, il sistema sta andando verso un’implosione. Ma da dove deriva questo risultato?
Sicuramente dalla costante debolezza del Sistema Sanitario della Regione (vittima eccellente dei tagli al bilancio da qualche decennio), che nelle strutture pubbliche spreme un personale insufficiente in numero, e che nonostante l’impegno, non riesce a sopperire l’emergenza.
E quando il pubblico si blocca, ci si rivolge al privato… ma lo si fa spesso in maniera errata.
A dilagare più che la pandemia è l’infodemia che ha scatenato la reazione delle persone
Molte segnalazioni infatti ci raccontano di un gran numero di tamponi letteralmente “sprecati”, poiché fatti da gente entrata in contatto (stretto o no) che si è rivolta alle strutture un giorno dopo il contatto con un positivo.
Ed a nulla è servito il tentativo di diversi farmacisti che hanno provato a spiegare l’inefficacia di un tampone così ravvicinato, poiché il virus necessita di giorni di incubazione prima di essere rilevato. Nulla. L’infodemia è dilagata, e la falsa sensazione di sicurezza data da un tampone, di fatto nullo, ha avuto la meglio.
Quindi, in un’odissea di tamponi “sprecati” o “inefficaci”, le feste sono state così vissute: code infinite, corsa al tampone come per l’oro nel Klondike del 1800, ed impossibilità di avere un referto per il comune cittadino.
Molte farmacie hanno segnalato difficoltà sia per il reperimento di tamponi che di mascherine “ffp2”
Domenica 2 Gennaio, l’unica farmacia aperta in zona poco prima di pranzo esponeva già il cartello “Tamponi esauriti/Mascherine FFP2 esaurite”. Ieri, ricontattati alcuni segnalatori, ci è stato confermato che è stato a malapena offerto il servizio interamente fino a sera.
Sicuramente un controllo in più è meglio di un controllo in meno; ma, in questa situazione, troppi controlli porteranno al blocco del sistema.
E dove il privato ha dei limiti, e la gente ha paura, si aspetta l’intervento del pubblico: personale, fondi, strutture, etc. la Marsica annaspa… continueranno ad esistere solo i capoluoghi quando ci saranno fondi da dividere?