Tartufo bianco e nero: l’Abruzzo si conferma tra le prime regioni in Italia per produzione e qualità
L’AQUILA – In Abruzzo nel 2022 sono stati raccolti circa 800 quintali di tartufi nelle sue nove varietà, anche se il dato ufficiale è di 380 quintali visto che non si tiene conto del prodotto commercializzato fuori regione: il fatturato è di 5,1 milioni di euro, anche in questo caso le compravendite prese in esame sono dentro i confini regionali.
Un dato che fa in ogni caso dell’Abruzzo una delle terre d’elezione del tartufo in Italia, contendendosi, in base alle annate, la prima posizione con Toscana, Emilia Romagna e Basilicata, per quanto riguarda il Tartufo bianco (Tuber magnatum Pico), e con Umbria e Marche, per quanto riguarda il Tartufo nero pregiato (Tuber melanosporum).
A snocciolare i numeri è il Coordinamento associazioni tartufai regione Abruzzo (Catra), che riunisce un migliaio di tartufai sui 3.800 registrati e operativi in regione, per voce del suo presidente, Leo D’Alessandro, in attesa della 2/a edizione della Fiera internazionale dei tartufi d’Abruzzo, che prenderà il via il primo dicembre e durerà fino a domenica 3, nel parco del Castello all’Aquila.
Protagonista assoluto il fungo ipogeo che – secondo Catra – rappresenta una eccellenza d’Abruzzo, di cui affermare per qualità e quantità un brand nazionale e internazionale”.
L’evento è promosso dalla Regione Abruzzo, dall’Assessorato all’Agricoltura guidato dal vicepresidente della Giunta regionale, Emanuele Imprudente, con braccio operativo l’Azienda regionale per le attività produttive (Arap). Il dato relativo al 2022 è fornito dall’Ufficio territoriale Foreste e Demanio dell’assessorato all’Agricoltura della Regione Abruzzo, che è tenuto per legge a ricevere e registrare i dati di commercializzazione dei tartufi raccolti in Abruzzo.
Questo significa, spiega D’Alessandro, che “i 380 quintali circa rappresentano meno della metà del totale raccolto, visto che quelli che vengono commercializzati direttamente fuori Abruzzo non vengono registrati dall’Ufficio regionale”.
In ogni caso sottolinea D’Alessandro, “l’Abruzzo si conferma tra le prime in Italia per produzione e per qualità, vista la quantità di raccolta del tartufo bianco e del nero pregiato, il top della gamma. E di questo non c’era, fino a qualche anno, fa piena consapevolezza. Va ricordato infatti che nelle manifestazioni più celebri in Italia e nel mondo, quelle di Alba in Piemonte e di Acqualagna nelle Marche, molto del tartufo esposto, venduto e assaporato proviene anche dall’Abruzzo”.
Scendendo nel dettaglio questi i dati di raccolta aggiornati al fine 2022: 29.597 chili per il tartufo “d’estate” detto anche “scorzone”, 4,520 chili per il tartufo “uncinato”, 1.573 chili per il tartufo “bianchetto”, 1.358 chili per il tartufo nero pregiato, 995 chili per il tartufo bianco, 302 chili per il tartufo nero ordinario, a seguire con quantità molto più modeste il tartufo nero liscio, il tartufo nero d’inverno e il tartufo moscato.