Telenovela Ex Gielle-Comune di Avezzano. La società non restituisce il milione di euro. Il Comune pronto a chiedere il fallimento

AVEZZANO – Nuova puntata della cinquantennale, ormai, telenovela della vicenda fra la Ex Gielle di Avezzano e l’Amministrazione Comunale del capoluogo marsicano. Una vicenda che ha attraversato le amministrazioni comunali dalla fine degli anni ’70 c, da Sergio Cataldi al Di Pangrazio II. Una vicenda che si ingarbuglia sempre di più, soprattutto perché contrassegnata da una totale mancanza di buon senso da entrambe le parti. Da sempre.

Il Comune di Avezzano, di fronte al rifiuto della ex Gielle di restituire il milione preso dopo una sentenza favorevole, ora si dice pronto a chiedere il fallimento.

Questa la nota diffusa dal palazzo di Città: “Arriva la richiesta di fallimento per l’ex Gielle “sorda” alla richiesta del Comune di restituire il milione di euro incassato nel 2013. Il ricorso all’azione legale nei confronti della società in liquidazione e, quindi, del socio accomandatario, nonché legale rappresentante, Guido Giffi, è stato deliberato dalla giunta comunale: l’esecutivo ha dato il via libera alle procedure per la richiesta di fallimento della società davanti al tribunale di Avezzano”.

Lorenzo De Cesare

«Non lasceremo nulla di intentato – assicura l’assessore agli affari legali, Lorenzo De Cesare – per cercare di recuperare quei fondi della collettività. La richiesta di fallimento dell’ex Gielle, visto che finora le richieste di restituzione dei fondi sono finite nel vuoto, è finalizzata a verificare se la società e il liquidatore hanno beni da poter acquisire nelle casse del Comune, nonché a fare piena luce sulla fine degli oltre 949mila euro. Cioè a sapere se sono stati usati legittimamente per pagare debiti, oppure se hanno seguito strade diverse».

La nuova amministrazione, quindi, a differenza di quella del 2018, che si limitò a notificare l’atto di precetto e a una verifica, negativa, su eventuali conti nelle banche da pignorare, passa alle maniere forti per provare a recuperare il milione di euro o a capire dov’è finito il tesoretto. La controversia legata alla detenzione di un immobile ebbe origine nel 1986 quando la Gielle citò il Comune in giudizio chiedendo un risarcimento ottenuto dal Tribunale e confermato dalla Corte d’Appello dell’Aquila quantificato il 949mila euro: Giffi incassò i soldi nonostante la richiesta della giunta all’allora tesoreria Carispaq di stoppare il pagamento. Qualche anno dopo la Corte di Cassazione accolse il ricorso del Comune, mentre in successiva istanza, il Tribunale civile di Avezzano stabilì la restituzione della somma al Comune. Nulla da fare: l’ex Gielle, o meglio, Giffi non dà alcun segno di vita, così ora l’amministrazione comunale chiederà al Tribunale il fallimento della società con tutte le conseguenze del caso”.

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