Tentativo di rivolta al carcere di Foggia. Nardella(SPP): “Potenziare la logistica, gli organici e, nelle more, fare intervenire l’esercito”

FOGGIA – Non c’è pace al carcere di Foggia. Dopo l’evasione di massa maturata in piena pandemia e i continui eventi critici che falcidiano i momenti professionali degli addetti che ivi prestano servizio, ci mancava anche il tentativo di rivolta che ieri sera si sarebbe materializzato nel penitenziario pugliese e che abbiamo appreso dagli organi di stampa.

Verso le 22, dopo aver chiesto l’intervento di un infermiere all’agente di servizio, alcuni detenuti aiutandosi con il letto di ferro in loro dotazione, sarebbero riusciti a scardinare il cancello e a uscire nel corridoio arrivando fino alla rotonda del primo piano da dove avrebbero provato a superare il cancello per guadagnare l’uscita dalle sezioni detentive.

Solo la prontezza di uno dei pochissimi agenti in servizio, in un carcere con 700 detenuti circa (quadi il doppio rispetto alla capienza regolamentare), ha permesso che non succedesse qualcosa di molto peggio.

Interviene in merito Mauro Nardella, Vice Segretario Generale del Sindacato di Polizia Penitenziaria SPP, il quale rammenta ancora una volta la necessità che si ha e subito di investire sulle carceri sia in termini logistici che umani.

Adeguare le piante organiche e potenziare i sistemi di sicurezza è il minimo che si possa chiedere per cercare di riportare il sistema carcerario in un limbo di mera normalità.

Nelle more non sarebbe male utilizzare l’esercito quanto meno per presidiare l’esterno dei penitenziari e fortificarne l’ermeticità.