Terremoto: 309 vittime e 13 anni tra ricordo e futuro. Stefania Pezzopane: «È L’Aquila che parla all’Italia e dice mai più»
L’AQUILA- Riportiamo il toccante ricordo e l’Intervento della Deputata Stefania Pezzopane, in occasione del 13^ anniversario del terremoto del 6 aprile:
«C’è un prima e c’è un dopo, per ciascuno di noi; da tredici anni, il 6 aprile porta con sé il segno di una cesura, la distanza tra ciò che c’era prima e ciò che è arrivato dopo, consumatasi in pochi secondi.
C’è un prima e c’è un dopo; pochi secondi sono diventati l’unità di misura del nostro tempo tra ciò che eravamo fino alle 3:32 e ciò che siamo diventati. Inevitabilmente, le nostre vite sono cambiate.
Lo scorrere dei nomi delle 309 vittime, ogni anno, ci richiama alle nostre responsabilità, all’impegno di una collettività che è stata chiamata a ricostruirsi, in senso fisico e immateriale, a farlo da sola, assumendo pienamente il peso di una missione.
Ricostruire, per esserci di nuovo.
C’è un prima e c’è un dopo, e la notte del 6 aprile è, per noi tutti, il tempo dei bilanci, di ciò che si è fatto e di ciò che resta ancora da fare.
In questi anni, abbiamo ottenuto risultati straordinari: da L’Aquila è arrivato il monito al Paese affinché ci si doti, finalmente, di una legge organica per affrontare le calamità naturali; mai più improvvisazione, lentezze burocratiche, assenza di certezze, confusione sulla governance: finalmente, stiamo lavorando ad un “Codice della ricostruzione”.
È L’Aquila che parla all’Italia e dice “mai più”.
Da L’Aquila è partita la grande sfida di messa in sicurezza del territorio e del patrimonio abitativo del Paese, con il Dipartimento Casa Italia ed il superbonus 110%: se oggi l’Italia ha finalmente avviato un programma di prevenzione anti-sismica lo deve agli aquilani, al nostro sentirci chiamati ad una missione che non è solo locale, ricostruire la nostra città e i comuni del cratere 2009, ma nazionale.
“Mai più”.
A guidarci è stata – sempre – la convinzione che la prevenzione è l’unico modo per salvare lo Stato dal disfacimento, anche morale, di essersi assolto per ciò che è accaduto e per onorare quelle vite spezzate la notte del 6 aprile. È questa convinzione che ha ispirato il mio lavoro parlamentare, in questi anni.
Tanto resta ancora da fare.
Abbiamo ottenuto i fondi per completare i processi di ricostruzione, e così le risorse per la stabilizzazione del personale precario impiegato in questi anni; non solo: abbiamo ottenuto un fondo complementare al Pnrr, l’unica misura verticale assunta dal Governo su uno specifico territorio, 1 miliardo e 780 milioni per i crateri 2009 e 2016 che si aggiungono alle risorse ordinarie del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
È una sfida straordinaria, l’ennesima, che chiama ciascuno di noi ad immaginare un sogno nuovo per L’Aquila che, ricostruita, dovrà trovare una sua vocazione definendo una strategia di rilancio e sviluppo economico, sociale e culturale.
L’Aquila nuova, sicura, inclusiva, accogliente, green, capace di nutrire la memoria coltivando, però, un futuro da assicurare ai nostri giovani.
È questa la sfida, è questo l’impegno che rinnoviamo nel giorno del ricordo».