Terremoto Marche avvertito anche da lontano. Amato dell’Ingv: “La placca adriatica trasmette bene l’energia”
Due scosse di terremoto molto forti, poco dopo le 7, sono state percepite in varie zone delle Marche, da Ancona a Fano e Urbino. La scossa ha avuto una magnitudo di 5.7 ed è stata registrata dall’Ingv al largo della costa marchigiana-pesarese. È stata seguita da altri due terremoti di magnitudo 3.1 e 3.4.
Nelle Marche la gente è scesa subito in strada e sono arrivate numerose segnalazioni di crepe e fessurazioni nelle pareti di abitazioni ma non risultano, al momento danni ingenti.
In diverse città delle Marche sono state precauzionalmente sospese le lezioni scolastiche e universitarie. In particolare a Fano, Pesaro, Senigallia e Ancona scuole chiuse le scuole di ogni ordine e grado. Anche l’Università resta chiusa. Il sisma è stato avvertito distintamente in quasi tutta l’Italia centro settentrionale.
Sentita anche nella Marsica.
“Stiamo nella placca adriatica, in quella struttura geologica compatta, rigida, che va dal Mare Adriatico, a partire dalla Puglia, fino sotto la pianura Padana, sotto l’Appennino e arriva fino sotto le Alpi orientali, e sappiamo che trasmette molto bene l’energia elastica.
Quindi quando c’è un terremoto lì, la propagazione dell’onda è molto efficace e si avverte a distanza molto grande”. Spiega all’ANSA l’esperto dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Alessandro Amato.
“Anche io l’ho sentita a Roma, e si è sentita fino a Firenze”, ma, rileva, i piccoli danni che si sono avuti localmente “sono dovuti allo scuotimento nei primi 20-30 km intorno all’epicentro.
Se fosse stato più sotto la costa sarebbe stato localmente più forte”.
Il sisma, spiega ancora Amato, “è generato da una faglia di compressione, un po’ l’opposto di quello che avviene in Appennino dove le faglie sono di estensione.
Qui invece è di avvicinamento della parte adriatica verso l’Italia, un accorciamento frontale”.