TERZAPAGINA- “1960 – L’Italia non è un paese povero”
L’anno, il titolo di un documentario, riportano ad una figura, quella di Enrico Mattei, indimenticabile presidente dell’ENI, quello che fu un Ente vero Stato nello Stato, vero Ministero degli Esteri di quella Italia, ormai perduta per certi versi, che stava ricostruendosi dopo la caduta della fine del Ventennio e della Seconda Grande Guerra.
Una Italia che da paese ad economia agricola si affacciava sul palcoscenico mondiale per divenire una potenza industriale.
L’Italia senza carbone, con poco petrolio e gas naturale che, grazie al “cane a sei zampe” dell’AGIP stava diventando paese produttore di idrocarburi e stava negoziando forniture di petrolio direttamente dai paesi produttori, con metodi e tariffe nuove e, soprattutto, tali da fornire nuove regole ai mercati mondiali che le Sette Sorelle, alla fine, dovettero accettare.
Tutto ciò fu grazie all’operato di Enrico Mattei, la cui fine è analizzata in un libro di Sabrina Pisu e Vincenzo Calia, edito nel 2020 a Milano da Chiarelettere, e scritto dai magistrati che, a metà degli anni ’90, riaprirono le indagini sul primo “delitto insoluto” di quelli che sarebbero divenuti poi gli “anni di piombo” e la “Notte della Repubblica” dell’altro indimenticabile Sergio Zavoli.
Ieri la notizia del definitivo abbandono del cancellierato da parte di Angela Merkel vien da chiedersi come sarebbe stata diversa l’Europa, quella fondata da De Gasperi, Adenauer e Schumann, se solo Enrico Mattei avesse potuto proseguire la sua azione, il suo “matteismo”, portando avanti una modernizzazione di questo nostro Paese e la sua indipendenza da cartelli e accordi limitativi.
Il “matteismo” spaventò le Sette Sorelle, i Britannici ed il loro Governo, la Democrazia Cristiana e, purtroppo, uno dei suoi leader migliori, ovvero Amintore Fanfani che poi divenne Presidente dell’AG dell’ONU dal 1965 al 1966.
Quanto questo spavento ne decretò la fine, intendiamo di Enrico Mattei, a bordo di un Morane-Saunier minato, nessuno può dirlo oltre a dichiarare che, alla fine, si è certi che la morte di Mattei non fu per un incidente aereo ma per un attentato, il primo, di una stagione della tensione che sarebbe culminata dell’assassinio del Presidente della DC, on. Aldo Moro, da parte delle BR.
L’Italia divenne così G8, grazie anche a Mattei e prima De Gasperi, forse ora, pur non essendolo allora, è divenuto un paese povero, ma di figure importanti…