Terzapagina – “Ancora commissari, investigatori e detective…”

…A furia di indagare, qua e là, accade che di tutti gli orrori, finisce che un po’ di quella merda mi resti attaccata addosso…” – sembrerebbe di ascoltare Rocco Schiavone, vicequestore alla Questura di Aosta e, invece, si tratta del commissario Santamaria della Mobile della Questura di Torino, un grande Marcello Mastroianni, diretto da Nanni Loy nello sceneggiato televisivo di RAI2 tratto dal romanzo omonimo di Fruttero & Lucentini, “A che punto è la notte“, co-sceneggiato dallo stesso Nanni Loy.
Anche lui non è uno che faccia strada, dopo trent’anni è ancora commissario e di quelli bravi anche se Chantal Guidi, ovvero Anne Marie Laforet (la stessa che sarà la consorte di un Antinari nella Piovra) gli dirà: “Lei è uno squallido poliziotto…” e “…E’ il mio mestiere! – risponde Santamaria-Mastroianni – Però io credo lei sia diversa…
Ed è un fatto di mestiere o personale?
Forse personale… Lei è diversa!” E con questa battuta Santamaria fissa definitivamente la sua umanità.

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La signora Laforet in una immagine di repertorio

Ma farà ancora di più.
Dinanzi ad uno splendido Max von Sydow, nei panni dell’arcivescovo di Torino, in uno scambio di battute pittura definitivamente il ritratto di un uomo per bene, di un poliziotto che ha scelto di essere a servizio della verità piuttosto che della carriera…
A volte, e me lo ha insegnato lei figliolo, – dice il prelato – occorre dire dei no…
E’ un caso di coscienza? – fa eco Santamaria – Ma così io son rimasto commissario…
Ed io non diverrò mai papa…” – conclude Max von Sydow.
E ancora poco dopo, sempre Santamaria ad un Sergio Fantoni che impersona l’ideatore di tutta la macchinazione, dirà: “Vedete, io posso non saper nulla di mitologia e del serpente Kundalini, ma di truffatori me ne intendo e ne sento la puzza… Così come ho scoperto quasi subito che c’era una truffa circolare…
Questi son solo piccoli scorci di “A che punto è la notte“, un romanzo giallo di Fruttero & Lucentini del 1979 che, nel 1994, è diventato l’omonima miniserie televisiva Rai.
Leo Gullotta in una nuova interpretazione caratteristica, del livello di “Mi manca Picone“, Angela Finocchiaro nei panni di un sovrintendente, Alessandro Haber nelle vesti di uno strano personaggio, che maschera un ruolo diverso nella vicenda, fanno da antagonisti del commissario che vince alla fine con una ricostruzione che non lascia fuori nulla.

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La copertina del romanzo – stampa del 2012

Santamaria, innamorandosi del mistero ancora una volta, troverà nella signora Guidi forse un nuovo amore…

Mastroianni e Laforet in un momento di confronto rispettoso
Ancora Santamaria e la signora Guidi in un momento insieme

Uno sceneggiato dimenticato, in forma di miniserie TV, diretto con una attenzione particolare da Nanni Loy che trasforma il giallo di Fruttero & Lucentini in qualcosa di diverso, forse un filme anche poetico e composto, accompagnato dalla dolce melodia di Nicola Piovani.

Un momento inteso dello sceneggiato: il commissario Santamaria guida l’operazione finale…

Compare nello sceneggiato anche Ennio Fantastichini, nel ruolo di un commercialista della mafia, in una veste che è simile a quella che egli avrebbe poi vestito in una delle serie della Piovra (Piovra7).
Ruolo piccolo ma intenso per questo attore scomparso prematuramente per una grave malattia nel 2018.
Mastroianni, in questo sceneggiato, mostra quell’aria un po’ sognante che lo caratterizza anche in “Fantasma d’Amore” il film tratto dal romanzo di Mino Milani.

Max von Sydow – interprete dell’arcivescovo di Torino

L’impeccabile Max von Sydow assume la sua maschera caratteristica, quella che aveva già indossata nel “Settimo Sigillo” di Bergman, oppure nei “Tre giorni del Condor” e poi anche in “Obiettivo Brass“.

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Nanni Loy il regista

Per Nanni Loy, “A che punto è la notte“, sarà l’ultima fatica perché si spense nel 1995, l’anno dopo. Aveva iniziato come regista con “Parola di ladro” in compagnia del collega Gianni Puccini. Il film era con un grande Andrea Checchi e Gabriele Ferzetti.

Cosa dire di questo sceneggiato televisivo, in realtà un vero film per la TV, girato con pellicola Fuji?
Con tatto, con una costruzione della sceneggiatura attenta ed una regìa ben condotta, racconta una storia molto ampia dove si mescolano, sullo sfondo della vicenda principale, quella “…non degli ofidi di cui non so nulla, ma degli imbroglioni…son trent’anni che sento la puzza…” – come ben definisce sul finale Santamaria-Mastroianni, le vicende del lavoro nero, della immigrazione clandestina e della mafia, che anche quando non opera, è comunque presente come un’ombra che getta oscurità ovunque…
Grande film che nasce da una grande sceneggiatura (Laura Toscano, Franco Marotta e lo stesso Loy), pescata fuori dal romanzo di quei due maghi italiani che son Fruttero & Lucentini e alla fine consacrata sulla scena da un Marcello Mastroianni, alias Salvatore Santamria, anche lui ad una delle sue ultime apparizioni, visto che scomparve nel 1996.

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