Terzapagina – “Ancora sulla scristianizzazione dell’Occidente…”
Anni fa, forse dieci o quindici, fece scalpore il fatto dell’imam che pretendeva che dalle aule di una scuola, crediamo aquilana, si dovesse togliere il crocifisso. La cosa finì, se non ricordiamo male, anche dinanzi al TAR, per approdare infine anche in Aule do Giustizia Superiori. Ma nel frattempo, si levarono voci singolari quali quella di uno o più musulmani che pretesero che si togliesse il crocifisso dalle corsie di ospedale poiché la visione dell’uomo crocifisso creava loro uno stato di angoscia… Più voci, dei cosiddetti “benpensanti di aperte vedute”, si levarono a dire che lo stato laico dovesse essere aperto alle legittime istanze di chi cattolico non fosse o comunque neanche cristiano. Paradossalmente, le voci che si levarono, a difesa del mantenimento del crocifisso nelle aule e negli ospedali, furono quelle di persone ritenute atee o non credenti, alcune anche molto autorevoli, presso le sedi istituzionali degli uffici scolastici provinciali e regionali e sulla bacheca di molti quotodiani.
Più o meno qualche tempo prima, circolava un bel testo a firma di Pera e Ratzinger sulle radici cristiane dell’Occidente che esprimeva i punti di vista di un teologo e di un filosofo.
Tra l’altro, quando l’allora cardinal Ratzinger fu chiamato a Roma da Giovanni Paolo II, scrisse di aver timore a lasciare la sua Germania per qualche idea che si era fatto sull’Italia, su Roma, invece, poco tempo dopo concluse dicendo che, in realtà, quel lasciar fare, lasciar correre via, quasi senza preoccuparsi, era, in realtà, un atteggiamento di fede. Oggi c’è da chiedersi che fine abbia fatto la fede, infatti, giunge notizia che in una scuola locale (il cui nome taciamo per carità), addirittura i ragazzi abbiano tolto il crocifisso dall’aula asserendo poi che li infastidiva, oppure poteva infastidire i non credenti!
Certamente, possono esser lontani i tempi di cui scrisse Guareschi, in un famoso episodio di “Mondo Piccolo-Don Camillo” (quello dove Don Camillo vine spedito in esilio a Monterana…), ed è Don Camillo che parla: “Gesù Vi porto con me perché voi siete la mia bandiera…Con Voi, lassù, mi sentirò meno solo…” e poco importava che quel Gesù che parlava, per stessa ammissione dell’Autore, fosse in realtà la Sua Coscienza! Qualcuno potrebbe dire che sian battute col sapore del “in Hoc Signo vinces” di costantiniana memoria, ma in realtà è solo la espressione letteraria di una radice più profonda che anima molti scritti di vari autori.
Nello stesso D’Annunzio si rintracciano elementi che fanno comprendere come, anche nella negazione, possa essere radicato il concetto, l’idea stessa, di Dio… Che esista una scristianizzazione dell’Occidente, a favore di un laicismo superficiale e semplicistico, appare chiaro anche rileggendo alcune pagine di “Inquietum est cor nostrum” dello scomparso Augusto Guerriero (Ricciardetto – quello che teneva su EPOCA, la rubrica “Memoria dell’Epoca”), quando Ricciardetto, per l’appunto, ricordava che “se Dio è morto, è morto nel cuore degli uomini, perché quello e non i cieli era il Suo posto…”. Per ora il crocifisso, difeso ancora da un’insegnante non credente, è tornato al Suo posto, ma è tornato nel cuore di quei ragazzi?