Terzapagina fotografica – Antonio Gregori e la pittura di Boldini

Antonio Gregori e Giovanni Boldini, il primo fotografo ed il secondo pittore a cavallo dell’Impressionismo e dell’Eclettismo, con accenno allo stile dei Macchiaioli: cosa ci può essere in comune?
In una parola: le atmosfere!

Molti credono che la fotografia debba essere un fatto tecnico, di tecnica perfetta e, invece, la fotografia è anche disegnare, disegnare con la luce ma pur sempre disegnare!

E il disegno è la base della pittura, di quella figurativa, della paesaggistica ma anche di quella surrealista, futurista e iperrealista.

Antonio Gregori, nelle sue immagini, dimostra una rara padronanza delle tecniche fotografiche che, tuttavia, indulgono ai canoni della composizione pittorica e a quelli delle elaborazioni suscettibili di creare le atmosfere tipiche di certe rappresentazioni dovute a Giovanni Boldini.

L’opacità, le colorazioni sfumate che pure si assommano ad un notevole realismo degli sfondi cittadini, sono i mezzi di alcune immagini.

Ecco nella prima galleria di immagini alcuni esempi di quadri di Boldini e quello che è importante fissare in esse è l’atmosfera di ciascuna e lo stile morbido che sottende una visione che è “impressione” immediata di quel che accade in un angolo di città.

La stessa morbidezza si rintraccia nelle opere di Antonio Gregori che vanno anche su tracce alla Lautrec di quegli scorci cittadini, quasi notturni, sotto patine di pioggia fitta che ha una chiara nota impressionista.

Per anni si è discusso del rapporto effettivo tra fotografia e realtà e fotografia e pittura.

Il “pittorialismo” di epoca vittoriana e di fine ‘800 e primi ‘900 è stato un primo esempio di fotografia contaminata dalla pittura, ma Antonio Gregori fa di più, perché la sua ricerca approfondisce, con uno stile proprio e ricercato, il legame più importante di fotografia e pittura: la immediatezza della fissazione della immagine fotografica con la elaborazione cromatica tipica della pittura che vuole fissare i contorni della realtà e riempirli di sentimento, di visione e di percezione della realtà vera.

Antonio Gregori sembra avere tra le mani una vera tavolozza virtuale piuttosto che una semplice macchina fotografica o gli strumenti della post-produzione.

Inoltre il suo stile, garbato ed attento, riesce a fissare, come già sottolineato, l’atmosfera di angoli di città di oggi ma con la patina soffusa di un’epoca più lontana.

Anche quando esce dalla pittura, per così dire, urbana, ed è un ottimo esempio l’insieme delle sue opere con le barche, egli non dimentica la impostazione delle immagini cittadine e ripropone con stile similare le atmosfere soffuse e cristallizzate della solitudine su una spiaggia, nell’angolo dove stanno quasi arenate le sue barche.

Antonio Gregori fa con le sue barche una sorta di “still life” così come pure quasi “still life urbano” sono le altre sue immagini prima viste: segmenti di realtà sottratti al sogno al ricordo, all’impressione scolpita nella mente.

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