Terzapagina – La Vita nell’Universo… Il mistero dei misteri tra scienza, fede, letteratura e i colossal di cinema e televisione
Abbiamo una vaga idea di come sia nata la Vita sulla Terra e arranchiamo nel definirla pienamente. L’abbiamo cercata nel nostro Sistema Solare e, almeno inizialmente, avevamo scartato ogni pianeta perché inabitabile per la Vita Terrestre.
Oggi, dopo le scoperte su due lune di Saturno, ovvero Encelado, con il suo oceano liquido (acqua forse) sotto la crosta di ghiaccio della superficie che potrebbe ospitare la vita, e Titano che presenta una atmosfera simile a quella della Terra primordiale, possiamo aggiungere anche Ganimede che con la presenza di ossigeno nell’atmosfera ha rilanciato ipotesi di vita possibile.
Ma, in ogni caso, non si tratterebbe della Vita a livello terrestre (se avete fatto caso abbiamo distinto fra vita e Vita per non fare confusione…).
La scoperta di esopianeti, a distanze di moltissimi anni luce, dotati di campo magnetico e di solidità rocciosa fa immaginare che su altri mondi ci possa essere vita e forse anche Vita ma resta tutto avvolto e chiuso in quella bolla di intangibilità che è il limite della velocità della luce.
Carl Sagan della NASA ipotizzò dei mezzi per cercare di contattare altre possibili civiltà nell’universo. Le sonde Voyager, una in particolare, portano una sorta di messaggio dell’Umanità, ma in realtà, a meno che non vengano intercettate (e poi da chi?), raggiungeranno luoghi della Galassia con possibili sistemi planetari fra molte centinaia di anni.
L’ascolto di segnali dallo spazio ha dato impulso alla radioastrononomia ma certo non ha trovato segnali codificati intelligenti, un po’ come quelli di Andromeda, la serie televisiva di un bel po’ di tempo fa della Rai con Luigi Vannucchi.
In letteratura, specie quella fantascientifica, la vita nell’Universo è stata ipotizzata in varia maniera. Similmente nel cinema. Si può pensare alla sceneggiatura di Star Wars con infinite specie pseudo-umanoidi o comunque dotate di raziocinio, oppure a Galactica con le Colonie della Terra che ritornano verso di essa.
Ci sono gli insettoidi di Fanteria dello Spazio di Robert Heinlein e gli alieni terribili di Alien e Predator. C’è poi tutto il complesso universo di Star Trek con la lotta fra Imperi e Federazioni.
In realtà, esistono solo tre modelli elaborati in letteratura:
I) modello di Asimov, ovvero esiste solo l’Umanità nella Galassia e, alla fine una sua evoluzione con i Robot, umanità che grazie a mezzi tecnici più o meno definiti (c’è la possibilità di salto nell’iperspazio) ha popolato tutta la Via Lattea; l’idea è sviluppata in origine in “Cronache della Galassia” (nella immagine che segue c’è una ricostruzione di Trantor, capitale dell’Impero Galattico, una immensa città di acciaio su un pianeta dove resta solo un piccolo giardino con un albero solitario nella Università di Trantor);
II) modello di altri scrittori (Hamilton, Bradbury, Clement, Clarke, Heinlein e via dicendo) che hanno visto forme di vita evoluta basate sul silicio, invece che sul carbonio, specie più o meno umanoidi di origine vegetale piuttosto che animale;
III) modello di Asimov evoluto, quello che Isaac Asimov ipotizzò immaginando quattro specie possibili e che avrebbero raggiunto lo stadio sviluppato di poter pensare il viaggio spaziale; specie come l’umana, una evoluta da una specie di pinnipede (una foca), una evoluta dalle balene ed infine una insettoide e, se non ricordiamo male, una evoluta da pennuti volatili.
Sia quel che sia, resta un dubbio al di là di scienza e fede: abbiamo forse un universo infinito che accoglie solo noi?