Terzapagina – Silenziosa sera all’epoca del ritorno del grande flagello…
” Che fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai,
silenziosa luna?
Sorgi la sera, e vai,
contemplando i deserti; indi ti posi.
Ancor non sei tu paga
di riandare i sempiterni calli?
Ancor non prendi a schivo, ancor sei vaga
di mirar queste valli?
Somiglia alla tua vita
la vita del pastore…“
Guardi al cielo notturno di questa sera e scorgi solo la caligine brumosa che minaccia di scendere a terra e tutto ricoprire.
La luna sembra esser tramontata, come nel romanzo di Steinbeck!
Sembra quasi il calar del sipario dopo la fine della rappresentazione giornaliera, di un dramma di ispirazione manzoniana…
«La peste che il tribunale della sanità aveva temuto che potesse entrar con le bande alemanne nel milanese, c’era entrata davvero, come è noto; ed è noto parimente che non si fermò qui, ma invase e spopolò una buona parte d’Italia.»
E potremmo aggiungere che prima fosse negata, poi scongiurata e, infine, solo alla fine ammessa esistere, quando ormai non era più possibile tacerla…
C’è da chiedersi quale sia oggigiorno il Tribunale della Sanità, mentre forse sarebbe più corretto riferirsi ad una Sanità da Tribunale!
Ma lo si sa che “…così andava il mondo nel secolo decimo settimo…” anche se sembra che vada ancora così!
Cala l’ombra della sera, sulla città che appare spoglia o spogliata della sua urbanità o della sua urbanosità.
La gente ha paura e sembra d’esser tornati alle epoche delle pestilenze medievali e viene da chiedersi a cosa sia servito andar sulla Luna col resto di conquiste tecnologiche e scientifiche, se poi tocca sempre ad un Protomedico Settala far gli scongiuri!
Abbiamo visto il terrore, la paura agghiacciata, sui volti dei medici di base che non riescono a prendersi alcuna responsabilità, in ciò incoraggiati dalle referenti presso la azienda sanitaria che han burocratizzato tutto, anche l’emissione della ricetta o del certificato medico.
E questa paura, non è lontana dal terrore che, come afferma e riporta Tucidide nella sua “Guerra del Peloponneso”, finì con l’uccidere più della stessa peste in sé e questa paura si avverte nelle città divenute improvvisamente deserte, mentre gli arconti legiferano nel merito di quarantene fatte di zone rosse, arancioni, gialle o verdi, e la carta d’Italia diviene così una sorta di gigantesco “risiko” giocato con chi poi?
Un’aria gelida è giunta sulla città: strade silenziose, ancora illuminate ché il coprifuoco lascia le vetrine accese, ma per quanto tempo ancora? Forse tra poco sarà troppo costoso mantenerle illuminate…
C’è da chiedersi cosa sia accaduto, ma nessuno osa dar risposte certe: i virologi seri dicono una cosa, quelli di regime, le star delle televisioni di sistema, un’altra e la verità è sfuggente così come il volto del premier dietro una mascherina inutile tanto da dove trasmette è sicuramente tutto sanificato…
Guardando alla politica di oggi si scopre che manca davvero un JFK e tutta la sua squadra della Nuova Frontiera, così come mancano Fanfani, Moro e qualcun altro, magari Berlinguer e La Malfa, con Spadolini in retroguardia…
Ma la luna è tramontata sul giorno in cui il Governatore della terra dannunziana è andato a cercare di recuperare una immagine compromessa, recandosi a visitare un chiacchierato ospedale prossimo al disastro…
“Critone debbo un gallo ad Asclepio…” – la voce di Socrate sembra spegnersi, mentre il mugugno sotterraneo riporta: “Non temere: il debito sarà pagato!“
Ambulanze corrono nella notte cercando di portare in salvo ammalati appena prelevati dal loro domicilio domestico, ma “… oltre alla peste, nessun’altra malattia delle solite infieriva in quel tempo: e anche se sorgeva, andava a risolversi in questa. E gli uni morivano per mancanza di cure, gli altri anche se erano molto ben curati...” (Tucidide, “La Guerra nel Peloponneso”)
Il problema comunque, a ben vedere, sembra si risolva nel male in sé o, quel che è peggio, nella paura che il male incute, grazie anche al trionfo mediatico del numero delle vittime che comincia, ed è questo il gran guaio alla fine, ad apparire grottesco ora che stanno arrivando i primi dati ISTAT di confronto…
Che si dirà degli arconti di questo periodo?
Non son stati maestri di certo!
Di loro non si dirà quel che Adso di Melk dice del proprio Maestro: “Non lo vidi più…Anni dopo seppi che era scomparso durante la dura pestilenza che infuriò in quegli anni in Europa…E prego Dio che gli abbia perdonati quei peccati di superbia che commise in forza della sua intelligenza…”: qui vediamo poche figure giganteggiare, nell’oggi che tramonta miseramente.
La sera resta silenziosa sulla città vuota…
Ed alla fine, quando le porte di casa si chiudono e tutti son dentro, resta la riflessione quasimodiana: “Ognuno sta solo sul cuor della terra, trafitto da un raggio di sole ed è subito sera!“…