Terzapagina – Sudan, ovvero l’ultimo rinoceronte bianco settentrionale…Una metafora?
20 marzo 2018 è la data in cui è morto, in Kenya, l’ultimo rinoceronte settentrionale bianco maschio. Il suo nome era Sudan. L’animale, aveva 45 anni, è stato addormentato definitivamente a seguito di un ulteriore e imprescindibile aggravamento delle sue condizioni che erano legate a, particolarmente, gravi complicazioni degenerative della sua struttura muscolare e ossea dovute sia all’età raggiunta dall’esemplare e sia alle numerose piaghe e ferite superficiali delle quali Sudan soffriva visibilmente. Viveva nella riserva detta “Ol Pejeta Conservancy”, protetto ed al riparo dai bracconieri. I responsabili della riserva commentarono: “Verrà ricordato per aver fatto crescere nel mondo la consapevolezza della situazione in cui si trovano non solo i rinoceronti, ma anche le altre migliaia di specie a rischio estinzione a causa dell’uomo e delle sue attività“.
All’epoca, nella riserva, restavano solo due femmine appartenenti alla specie ancora vive: le uniche!
Ci si può chiedere perché riparlarne ora: la ragione è legata a quel che è stato quest’anno 2020, ovvero l’anno della grande pandemia che ha scosso il mondo intero, coinvolgendolo in un vortice di insicurezza, di paura e, purtroppo, anche di morte, ovvero di estinzione delle persone e così è per le altre specie che condividono il pianeta, quando scompaiono, ma quando scompare un uomo, allora scompare un sorta di libro che contiene conoscenze e altro, talora, non tramandato…
Sudan era un rinoceronte bianco settentrionale, nato prigioniero e che visse, dal 1975 al 2009, nello zoo di Dvůr Králové nella Repubblica Ceca, e, dopo, il resto della sua vita nella Riserva di Conservazione di Ol Pejeta a Laikipia, in Kenya.
A vederlo bene, i due corni appaiono ridotti, forse per la cattività.
La morte dell’ultimo maschio esistente di una specie, è un po’ una metafora di quel che potrebbe accadere ad ogni specie, quando viene distrutto il contesto stesso della sua esistenza…
Nel doodle di Google, l’ombra di Sudan si allunga, come le ombre del quadro di De Chirico “Ettore e Andromaca”: nel dipinto è un simbolo della morte imminente, anche qui è un presagio della fine?
Se non altro di un modo di vivere la globalizzazione…