Trasacco. Consiglio comunale convocato per protestare contro la partecipazione di Junior Cally al Festival di Sanremo
AVEZZANO – Numerose e importanti sono state a tutt’oggi le levate di scudi contro la partecipazione del rapper Junior Cally al Festival della Canzone Italiana di Saremo a causa dei testi delle sue canzoni ma una ferma presa di posizione istituzionale ancora non si era registrata; almeno fino al momento in cui non si è venuti a conoscenza dell’iniziativa presa dal Sindaco del Comune di Trasacco, Cesidio Lobene, il quale ha deciso di convocare il Consiglio Comunale con un unico punto all’ordine del giorno esplicitamente dedicato a preparare e a far votare una nota di protesta per la partecipazione del cantante alla famosa kermesse canora.
Antonio Signore, in arte Junior Cally, è un rapper romano di 29 anni che approda a Sanremo dopo un percorso che lo ha visto salire sul palco inizialmente con il nome d’arte “Socio”, cambiato nel 2017 nell’attuale; contemporaneamente comincia ad esibirsi coprendo il volto con maschere antigas “firmate” (perché, dice lui, “unico volto tra le maschere”) e attaccando l’establishment politico del Paese.
La forma musicale del rapper rispecchia i canoni del genere: uso di musica elettronica e suoni come la drum machine (che imita le percussioni) o l’autotune (rende artificiale la voce umana), presenta bpm (battute per minuto) rallentati; l’insieme di tali strumentazioni e accorgimenti creano, con un ritmo cadenzato, un’atmosfera ipnotica. I testi delle sue canzoni sono evidentemente, un insieme di protesta contro il perbenismo imperante e il politically correct e – come accade in questo genere di musica – i termini usati sono anticonvenzionali, duri, spesso volgari, atti a rappresentare senza ipocrisie ciò di cui vuole fare denuncia.
Alcune sue canzoni e, in particolare il testo di Strega del 2017, hanno aperto la strada ad una serie di critiche e attacchi in relazione alla sua partecipazione al Festival:
,,,lei si chiama Gioia ma beve poi ingoia/Balla mezza nuda, dopo te la da/ Si chiama Gioia perché fa la troia/ Sì, per la gioia di mamma e papà/ Questa frate non sa cosa dice/ Porca troia, quanto cazzo chiacchiera?/ L’ho ammazzata, le ho strappato la borsa/ C’ho rivestito la maschera,,,
Queste le opinioni di alcuni personaggi del mondo dello spettacolo musicale e non solo. Mara Maionchi: “Non si tratta solo di linguaggio nel caso di Junior Cally, ma proprio di atteggiamento violento; è anche fisicamente una situazione di violenza…”
Red Ronnie: il testo è “un’ istigazione alla violenza contro le donne. Portarlo a Sanremo significa sdoganarlo, renderlo un modello agli occhi dei bambini. Con la maschera che indossa, Junior Cally diventerà un supereroe e, come tale, da imitare in tutto quello che dice. Poi non sorprendiamoci se dei tredicenni stuprano una ragazzina, filmano la bravata e la condividono sui social…”
Per Marcello Foa direttore RAI la scelta di inserire Junior è “eticamente inaccettabile…(omissis) rappresentando il festival, tanto più in occasione del suo 70esimo anniversario, un momento di condivisione di valori, di sano svago e di unione nazionale, nel rispetto del mandato di servizio pubblico. Il festival dovrebbe promuovere il rispetto della donna e la bellezza dell’amore…. chi nelle canzoni esalta la denigrazione delle donne e persino la violenza omicida, e ancora oggi giustifica quei testi con pretese artistiche, non dovrebbe beneficiare di una ribalta nazionale”.
E ancora: più di 20.000 firme raccolte in una petizione per dire no a Junior ad opera di Carmen Cera e dei docenti del Liceo Scientifico Nicolò Palmeri di Termini Imerese; di seguito alcune spiegazioni delle posizioni assunte: «sessista, oltraggioso e pericoloso», «Poi ci stupiamo dei femminicidi? Sdoganare la violenza sessista dovrebbe essere reato, anzi è apologia subliminale di reato oltre che oltraggio morale alla dignità delle persone!», «sono ferocemente indignato come cittadino e come contribuente, oltre che come educatore!». ; le donne del PD – rivolgendosi alla commissione di vigilanza sulla RAI e a Fabrizio Salini, amministratore delegato ritengono che la Rai – debba svolgere un ruolo fondamentale nel contrasto alla violenza contro le donne così come nel valorizzarne la dignità e non subalternità”; La Regione Liguria in due ordini del giorno ha chiesto l’esclusione dell’artista perché i suoi testi richiamano allo stupro e al femminicidio e in questa linea si è espresso anche il Comune di Sanremo sottoscrivendo un documento, approvato all’unanimità, condannando ogni forma di odio e di violenza, contro le donne o le forze dell’ordine, senza però chiedere il provvedimento di esclusione che viene rimandato alla RAI.
Inoltre, con analoghi contenuti, si sono espressi “contro” anche rappresentanti politici di diversi schieramenti, alcuni esponenti del mondo del giornalismo e rappresentanti di strutture di accoglienza.
L’appello dunque arriva da più e diverse parti sociali: la scuola, la RAI e il sistema di comunicazione, la politica, il volontariato e l’impegno sociale.
Portatori di interesse, ognuno nel suo specifico settore, che– forse per la prima volta – si trovano d’accordo sui diversi piani che questa vicenda interseca: quello sociale, in quanto riguarda tutti gli strati della popolazione per la presenza in tutti delle donne; quello politico, perché nessuno può dimenticare (e qualora dovesse accadere, lo ricorderemo sempre, con la stessa energia!) che l’emancipazione della donna è passata attraverso decenni di lotte e sacrifici e sembra davvero strano che ci si debba trovare ora quasi a ricominciar daccapo!; quello della formazione e dell’istruzione che, oggi come mai prima, utilizza una parte fondamentale delle sue forze per prevenire, contrastare la violenza di genere ed educare all’accettazione, alla tolleranza e al rispetto; quello della comunicazione, che nelle sue diverse forme è ritenuta oggi – e a ragione – lo strumento che più di qualsiasi altro può manipolare le menti soprattutto dei giovani e dei bambini e che non può e non deve offrire – quando si tratti di un messaggio il cui latore è proposto all’interno di un contenitore nazional-popolare come è il festival di Sanremo – modelli a dir poco discutibili; quello giuridico, per l’uso di espressioni che rasentano l’istigazione al reato (a tal riguardo, esiste una vasta documentazione nazionale e internazionale); e ultimo, ma non certo meno importante, quello etico- morale che rispondendo alle semplici domande: cosa è bene? cosa è male? cosa è giusto? cosa no? individua, con l’indicazione di regole e valori, la via da percorrere perché l’uomo si faccia Umanità e costituisce il principio basilare sul quale edificare una persona, una famiglia, una società uno stato o un intero mondo.
Nel contesto delle proteste e delle rimostranze si inserisce, legittimamente, l’iniziativa del giovane Sindaco di Trasacco e della sua Amministrazione formata in gran parte da giovani donne; insieme troveranno la corretta forma istituzionale e, con essa le giuste parole, per riconfermare quanto proposto nella convocazione del Consiglio e offrire interessante materiale di riflessione.