Trattativa LFoundry Avezzano. Fim, Fiom e Uilm: “Forti preoccupazioni per la mancanza di piani industriali dell’azienda”

AVEZZANO – Oggi ad Avezzano si è riunito il coordinamento di Fim, Fiom, Uilm di LFoundry alla presenza dei Segretari Nazionali della Fim-Cisl, Massimiliano Nobis, Fiom-Cgil Barbara Tibaldi, Luca Colonna, Uilm-Uil e le segreterie territoriali.

Dopo un ampio confronto, emerge un’unanime preoccupazione circa la mancanza, ad oggi, di un piano industriale che traguardi oltre dicembre 2024.

A differenza di qualche “esperto” che solo un apio di anni fa prifetizzava un “tutto a posto”, ora i timori di una situazione azinedale allarmante si fa strad senza mezzi termini.

Infatti, si spyugea in una nota dei tre sindacati confederali metalmeccanici, il contratto con il principale cliente “OnSemiconductor” (che satura oltre l’90% della produzione) scade a fine anno.

“Da tempo si chiede di poter discutere con la direzione di una prospettiva industriale che possa traguardare i prossimi 10 anni – scrivono i sindacati – con l’industrializzazione di nuove produzioni da affiancare a quella prevalente di CIS, ma l’azienda si è fino ad ora sottratta dalla responsabilità di dare le risposte sul futuro dello stabilimento di cui le lavoratrici, i lavoratori e il territorio hanno diritto.

I 1300 dipendenti, partecipando in maggioranza alle giornate di sciopero della settima scorsa, vogliono capire con i fatti il loro destino occupazionale. Il coordinamento ritiene necessario che l’azienda apra tavoli di confronto con Regione Abruzzo e Mimit.

In questo momento trova favore la destinazione di risorse pubbliche anche al rafforzamento dei siti produttivi dei semiconduttori. Promuovere sinergie con le strutture pubbliche – prosegue la nota sindacale – è fondamentale per rafforzare un sito che da più di 30 anni rappresenta un riferimento lavorativo e sociale per l’intero territorio Marsicano.

Domani, martedì 23 luglio, la RSU è stata convocata dall’azienda. Auspichiamo che vengano comunicate risposte sui futuri piani industriali.

Se così non fosse, saranno valutate con le lavoratrici e i lavoratori – concludono Fim, Fiom e Uilm -, nelle assemblee convocate nei prossimi giorni, le azioni da intraprendere per coinvolgere anche Regione e Mimit”.