Trattative e rinnovo Rsu alla Assut di Magliano dei Marsi. La Fim Cisl: «Tempo di saldi sindacali»
AVEZZANO – Scontro al calor bianco fra sindacati metalmeccanici e fra questi, o alcuni di loro, e la direzione aziendale della Assut di Magliano di Marsi.
In ballo rinnovo della Rsu dello stabilimento marsicano, ma anche mensa e buoni pasto, indennità varie, organizzazione del lavoro e riconoscimento degli avanzamenti di carriera.
A far da voce… stonata, o forse meglio sarebbe dire fuori dal coro, è la Fim-Cisl della Marsica, la cui posizione è esplicitata dal segretario territoriale,Antonello Tangredi.
Una posizione che vede ne mirino il direttore aziendale, ma anche qualche sigla all’interno dello stabilimento.
Il direttore viene accusato di fare scelte molto disinvolte e rendere decisioni penalizzanti per i lavoratori, al sigla sindacale in questione di avallare, in un certo senso, queste scelte.
Da qui la conclusione che alla Assut di Magliano dei Marsi, per i diritti dei lavoratori si sono aperti i… saldi di fine stagione.
Così La Fim-Cisl di Antonello Tangredi:
ll durissimo atto d’accusa della Fim-Cisl Marsica sulla Assut di Magliano dei Marsi
«L’attesa dei dipendenti della Assut, sempre sospesa nel tempo e sempre più in balia degli umori di una rappresentanza sindacale sdraiata ogni giorno di più sui desiderata della Direzione aziendale, anche questa volta, è caduta nel vuoto, con tutta la sua forza “della” GRAVITÀ.
Ancora una volta la rappresentanza sindacale ha disatteso le aspettative e, questa volta, avvalendosi anche di un folto ed inutile “verbale d’incontro” (del 23.06.2022) che, è giusto che si sappia, oltre a risultare vuoto nel merito, non IMPEGNA NESSUNA DELLE PARTI.
Insomma, un altro incontro dal quale non si è cavato un ragno dal buco ma, al contrario, a parte le logorroiche promesse per un inutile impegno futuro della Direzione sui temi “trattati”, mette in evidenza ancora una volta, la volontà di chi propone sempre e solo i saldi: chiedere il riconoscimento di un buono mensa di 2,5 euro (circa la metà di quello che Assut spendeva fino al 30 Settembre 2019, per singolo dipendente!).
“Sul servizio mensa e buoni pasto la rappresentanza sindacale ha fatto l’ennesimo sconto all’azienda”
Un altro sconto a spese dei dipendenti, dei quali, guarda caso, ci si è ricordati solo dopo che la Fim lo ha RIVENDICATO! Una proposta che mira a far risparmiare all’azienda qualche centinaio di migliaia di euro: complimenti!
A quanto si legge nel verbale, la confusione di chi cerca dl servire sempre 2 padroni, è totale, si arriva a non distinguere il verbo “rivendicare” un diritto come la mensa soppressa unilateralmente, con valutare l’opportunità del buono pasto, avanzando, appunto, una proposta al ribasso rispetto a quarto l’azienda deve corrispondere come elemento di “mancata fruizione” dal 1° Ottobre 2019.
I denari risparmiati dalla soppressione della mensa, la Direzione, se li è tenuti per sé ma, questi soldi, è bene rimarcarlo, la FIM-CISL, glieli farà ricacciare con gli interessi: senza R.S.U.!
Quanto alla realizzazione pratica del servizio mensa descritto nel verbale, il Direttore sa benissimo che non si farà, perché ogni volta che gli viene proposto un “servizio ristorazione” esterno, sistematicamente s’inventa qualcosa per perdere tempo e, quindi, non fare niente: così la ASSUT risparmia i soldi e a Lui aumentano il premio di fine anno!
Il Direttore è bravissimo a scegliersi gli interlocutori, fuori e dentro la fabbrica: quelli che lo assecondano e che sa ricambiare; allo stesso modo di come ha fatto per le il rinnovo della r.s.u. ad ottobre scorso. Ufficialmente posizione equidistante, ufficiosamente, ha fatto “tifo” (e che tifo!) per i candidati che gli lasciano mano libera per piegare il c.c.n.l. a Sua libera ed insindacabile interpretazione: senza OPPOSIZIONE!
“Il Direttore sa scegliersi gli interlocutori. Quelli che hanno fato passare gli accordi su maggiorazioni, passaggi di livello, assenteismo e persino appalto sulle pulizie”
Del resto, non bisogna andare tanto indietro nel tempo, per non ricordare l’accordo sottoscritto qualche mese fa con la r.s.u., a ribasso rispetto al contratto Nazionale sulle maggiorazioni turni e sui festivi: è solo l’ultimo “esemplo” ma, nessuno perda la speranza, la FIM-CISL farà pagare anche gli interessi e la rivalutazione, fino all’ultimo centesimo, così come andrà fino in fondo per il lavoro eccedente i 6 giorni continuativi (ampiamente praticato), oltre a non trascurare ogni altro cavillo contrattuale e di legge, compreso l’inganno consumato ai danni dei dipendenti e del sindacato, sulle conciliazioni della discordia, per il passaggio dal 2° al 3° livello.
In definitiva, si è perso altro tempo utile per portare qualche risultato ai dipendenti e il Direttore, ovviamente, gongola, ringrazia e saluta con tanta enfasi sul futuro industriale, senza dimenticare la “palla al piede” del 10% di assenteismo, dimenticando però che, per la cessione dell’appalto delle pulizie avrebbe dovuto avviare la procedura prevista dal codice civile (art. 2112) e dall’art.47 della legge n. 428 del 1990 e non fare le cose “aumma-auamma”, esponendo la procedura stessa (si può ancora ricorrere!) alla NULLITÀ ma, anche qui, la r.s.u. dov’era?
Al servizio del Direttore! La r.s.u. dovrebbe dimettersi subito, prima che inizino i “SALDI” di fine stagione il 2 luglio».
Il problema, Assut di Magliano a parte, è che per i lavoratori italiani, a partire dalle decisioni dei Ministri Treu e Bersani, e poi con i governi Berlusconi e Renzi, i saldi di fine stagione sono in corso da 30 anni esatti.