Truffe online con merce e case mai possedute. Nei guai cinque persone a Montesilvano smascherate dai Carabinieri
MONTESILVANO – False inserzioni di compravendita e affitto case online per truffare ignari cittadini, scoperta e resa inoffensiva un’organizzazione a Montesilvano.
Questa mattina, infatti, i militari della Compagnia Carabinieri di Montesilvano, a seguito di prolungata attività di indagine, hanno eseguito 5 misure cautelari.
I provvedimenti scaturiscono da un’indagine, svolta dai militari e coordinata dalla Procura di Pescara, che ha accertato l’esistenza di un’associazione per delinquere avente base a Montesilvano, finalizzata al compimento di truffe su siti online.
Due, i momenti fondamentali delle azioni delittuose.
Nella prima fase venivano approntate le inserzioni di merce (automobili, stufe a pellet, motori marini ecc.) da vendere sulle varie piattaforme on-line, beni di fatto non posseduti ma di cui gli autori delle truffe attestavano il possesso esibendo documenti reperiti sul web, oppure si fingevano possibili locatori di abitazioni estive.
Nella seconda, concluso l’accordo, i truffatori iniziavano ad incalzare le vittime proponendo pagamenti tramite su carte Postepay da effettuare presso sportelli delle Poste al fine di concludere la trattativa.
Accertati dai Carabinieri almeno 120 episodi di truffe. Classico il metodo. La banda incassava il denaro, lo ripuliva e spariva senza inviare nulla ai truffati
Il resto è facilmente intuibile poiché il truffatore, dopo aver ricevuto il pagamento, faceva perdere completamente le sue tracce ovviamente non inviando la merce ordinata.
Ricevuto il denaro, i membri dell’organizzazione, effettuavano prelievi bancomat o facevano confluire il denaro della truffa su carte prepagate d’appoggio, col fine di “ripulire” i proventi delle truffe.
Ovviamente, le rimostranze delle vittime nei confronti dei truffatori non avevano alcun seguito.
Tutta l’attività di vendita sul web (registrazione sui siti), di intestazione delle Postepay su cui venivano effettuati pagamenti e di intestazione delle varie utenze telefoniche utilizzate, era effettuata a nome di persone inesistenti o di soggetti ignari di cui venivano utilizzate le foto ed i dati identificativi.
L’attività di indagine ha evidenziato un sodalizio criminale finalizzato ad una serie indeterminata di delitti (accertati almeno 120 in tutta Italia) per un volume di affari di diverse decine di migliaia di euro.
Per questi motivi, oggi L.F. 42 anni, C.N. 50 anni, e C.S. 31 anni, sono stati tradotti in carcere, mentre per C.C. 48 anni, è stata applicata la misura dell’obbligo di dimora, e nei confronti di M.F. 37 anni, sono state applicate le misure dell’obbligo di dimora e di presentazione alla Polizia Giudiziaria.