Tutti uniti per Pescina: la devozione della città per San Berardo. La “profezia” di Padre David Maria Turoldo: ”Diventerà città della cultura”
È proprio vero: non si può mai stare tranquilli e così si viene a sapere di una consanguineità che lega la Marsica con la Sicilia, in particolare Pescina e Palermo. Di cosa sto parlando? Ma di San Berardo patrono della Marsica e Santa Rosalia patrona della Sicilia.
Un albero genealogico conservato presso la biblioteca della Basilica abbaziale di San Martino delle Scale di Monreale certifica che la santa era la figlia del conte Sinibaldo Sinibaldi a sua volta figlio di Teodino Berardi che era il fratello di San Berardo.
SAN BERARDO
Il Santo ebbe nobili natali: apparteneva alla famiglia dei conti dei Marsi e del Sangro. Nacque nel 1079 presso il castello di Colli di Monte Bove in provincia di L’Aquila. Non ebbe vita facile. A diciassette anni entrò fra i benedettini di Montecassino dove completò la sua formazione in quella che era una scuola famosa per l’austera laboriosità: ci rimase sei anni.
Nel 1102 chiamato da papa Pasquale II e diventato suddiacono, si recò come delegato pontificio ad amministrare la cosiddetta “campagna”, cioè la zona rurale che si estendeva nella provincia romana. Qui cominciano i guai perché il conte Pietro Colonna, signore di Cave, Preneste e Zagarolo che tenero non era, anzi nemico del Papato, a causa di alcuni contrasti, lo imprigionò calandolo in un pozzo disseccato. A 30 anni, nel 1109 arriva la nomina a vescovo dei Marsi e qui si prodigò nella lotta contro la simonia e il concubinato degli ecclesiastici, soccorrendo e proteggendo i poveri e costretto più volte all’esilio. Nulla poté fermarlo, tanto che resse la diocesi fino alla morte, avvenuta il 3 novembre 1130. Visti i numerosi miracoli operati, papa Pio VII ne confermò il culto come beato il 10 maggio 1802.
LA SALMA NON HA REQUIE
Pure da morto non ebbe tregua: sepolto nel chiostro della chiesa di Santa Sabina nelll’odierna San Benedetto dei Marsi, la salma subì una prima traslazione dentro le mura del vescovado. Successivamente, nel 1361 i resti mortali del santo trovarono collocazione presso la chiesa di Santa Maria del Popolo a Pescina che per l’occasione divenne chiesa di San Berardo. Non è finita qui perché, nuovo viaggio, nel 1631 ecco le sue spoglie raggiungere la Basilica di Santa Maria delle Grazie.
SANTA MARIA DELLE GRAZIE
La cattedrale ha una lunga storia. Tra il 1579 e il 1596 il vescovo Matteo Colli iniziò la costruzione della cattedrale dedicata alla Madonna delle Grazie. Consacrata il 6 agosto 1606, nel 1613 ricevette ufficialmente da papa Paolo V il titolo di cattedrale. La chiesa subì diversi interventi di ingrandimento e di abbellimento nei secoli successivi, fino all’ultimo intervento con la costruzione della cupola tra il 1863 ed il 1865. Il terremoto della Marsica la danneggiò gravemente. La ricostruzione avvenne nel 1930 ma i bombardamenti della seconda guerra mondiale fecero il loro nefasto effetto. Restaurata nell’aprile del 1961, divenne poi basilica della diocesi di Avezzano nel 2016.
LA CHIESA DI SAN BERARDO
La chiesa di San Berardo, invece, subì alterni destini. Nel 1361 vi furono deposte le spoglie del Santo che sin dalla sua morte il 3 novembre 1130 avevano trovato riposo nella chiesa di Santa Sabina. La chiesa di San Berardo svolse per oltre duecento anni la funzione di chiesa madre diocesana fino al 1606, anno della consacrazione della nuova cattedrale marsicana.
Nel 1743 il Santo fece ritorno nella sua chiesa della quale rimane la torre restaurata per volontà del vescovo dei Marsi mons. Giuseppe Barone. Purtroppo il terremoto del 1915 colpì duramente l’edificio che nel corso degli anni ’20 rinacque a nuova vita. I lavori non garantirono la necessaria sicurezza tanto che il genio civile e la soprintendenza abruzzese chiusero il luogo di culto nel 1954 procedendo all’abbattimento delle strutture pericolanti.
PESCINA TRA LETTERATURA E RELIGIONE
Non solo San Berardo riposa nella città ma anche uno dei massimi scrittori italiani:
“Mi piacerebbe di esser sepolto così, ai piedi del vecchio campanile di San Berardo, a Pescina, con una croce di ferro appoggiata al muro e la vista del Fucino, in lontananza”
Vicino alla sua morte, lo scrittore Ignazio Silone chiese nel suo testamento di essere sepolto alla base del campanile di San Berardo. Oggi, proprio lì, è collocata la sua tomba.
San Francesco
A Pescina San Francesco d’Assisi diffuse il suo ordine. La prima presenza del santo di Assisi si verificò nell’inverno tra il 1215 e il 1216. Il Santo aveva soggiornato a San Benedetto dei Marsi e pare dormisse, insieme con i poveri, in una località chiamata in dialetto “i loche” (Luogo). Un successivo viaggio nella Marsica, a Pescina, sarebbe avvenuto tra il 1219 ed il 1222. Di sicuro nel 1225 fondò il convento accanto alla chiesa di Santa Maria Annunziata. A conferma del passaggio di San Francesco esiste un segno, ancora visibile, lasciato dal Santo, nella chiesa intitolata a Sant’Antonio di Padova (precedentemente Santa Maria Annunziata): è una piccola croce incisa nella pietra nella colonnina destra del portale in stile romano-gotico.
NON SOLO SANTI
Poco distante dalla tomba di Ignazio Silone si trova l’abitazione di colui che condizionò l’intera Francia e forse gran parte dell’Europa: Giulio Mazzarino. Chi non conosce l’importanza che ebbe il Cardinale presso la corte francese? Spolveriamo un po’ di storia: quando Richelieu morì, gli successe proprio lui nella carica di Primo Ministro. Alla morte di Luigi XIII assunse la reggenza della Francia assieme alla regina Anna d’Austria. Un aneddoto: quando Luigi XIV salì al trono fu colpito da una malattia. Mentre giaceva sul letto disse al Cardinale: ” Voi siete un uomo risoluto e il mio migliore amico. Vi prego, perciò, di avvertirmi quando mi troverò agli estremi” e questo la dice lunga sull’importanza di Mazzarino. Niente male per un marsicano. Aveva sette nipoti alquanto bellocce che i francesi soprannominarono “Mazarinettes”. Inutile dire che trovarono, tutte, ottimi partiti.
PESCINA E IL MONDO
Pescina, per quanto piccola si è affermata nel mondo, sia per la sua storia che per i personaggi che hanno avuto qui i loro natali. Ho fatto cenno ad Ignazio Silone e a Giulio Mazzarino la star indiscussa della politica francese della seconda metà del 1600. Ebbene questi, assieme alla storia del luogo e al Centro Studi “Ignazio Silone” fanno della città un polo culturale importantissimo.
Padre Davide Maria Turoldo, vincitore nel 1989 del “Premio Internazionale Ignazio Silone” con “Il Diavolo sul Pinnacolo” ebbe a dire: ”Pescina diventerà città della cultura”.
Oggi siamo ad un passo da quella che sembra essere una profezia e vedere la città quale “Capitale della Cultura 2025” avendo conquistato la finale del prestigioso titolo italiano: l’unica a rappresentare l’Abruzzo! Naturalmente Espressione24 e tutta la sua redazione sostengono PESCINA!
Un saluto a tutti.