Un Cioccolatino Storia. Tra moglie e marito non mettere…. Storia di Ponzio Pilato e di sua moglie Claudia Procula

AVEZZANO- Buongiorno carissimi lettori ma soprattutto benvenuti in questo nostro nuovo cioccolatino storico. La storia che oggi ci piacerebbe raccontarvi ci parlerà di una coppia di sposi che abbiamo incrociato nel Triduo Pasquale da poco vissuto, ovvero Ponzio Pilato e sua moglie Claudia Procula ed il titolo che abbiamo deciso di mettere per questa storia non è casuale e neppure offensivo. Ponzio e Claudia sono una coppia che, nel bene e nel male, è stata protagonista degli eventi della Passione di Cristo: ah, entrambi i personaggi sono santi della chiesa copta etiope. Ed oggi vi racconteremo di Claudia e dell’assurda morte di suo marito Ponzio Pilato.

In foto: Ponzio Pilato (interpretato dall’attore bulgaro Hristo Sopov) e Claudia Procula (interpretata dall’attrice italiana Clauda Gerini) scena tratta dal film “La Passione di Cristo” di Mel Gibson del 2004

Iniziamo con Claudia Procula. Questa donna si trovò, anche se pur marginalmente, inserita all’interno della Passione di Cristo. Solo uno dei quattro evangelisti ne parla, ed è Matteo! Nel capitolo 27, versetto 19 si legge: “Mentre egli sedeva in tribunale, sua moglie gli mandò a dire: Non avere a che fare con quel giusto, perché oggi, in sogno, sono stata molto turbata per causa sua”. Fu la donna del sogno, che tentò in vari modi di fermare quel processo: ma non vi riuscì. Successivamente, il nome di Procula comparve nella Seconda Lettera di San Paolo a Timoteo, quando nel capitolo 4 versetto 21 (nei saluti) scrive:”Affrettati a venire prima dell’inverno. Ti salutano Eubùlo, Pudènte, Lino, Claudia e tutti i fratelli”. Viceversa, dal punto di vista apocrifo, abbiamo delle sostanziali curiosità. Vi riportiamo due casi: il primo è quella relativa alla lettera scritta da Pilato ed indirizzata a re Erode, la seconda è la lettera di Pilato mandata all’imperatore Tiberio. Nel versetto 3 della lettera dello pseudo Pilato troviamo scritto: “Mia moglie Procla, dando credito a sogni che le erano apparsi”. Molto più sostanziosa sembra essere la descrizione nella lettera che scrive Pilato all’imperatore Tiberio, molto probabilmente cugino di sua moglie:“Mia moglie, la quale prevedeva nel futuro, piangendo si buttò ai miei piedi, dicendo: “Guardati, guardati, dal toccare quest’uomo, perché Egli è santo”. In entrambi i casi viene messo alla luce il sogno di Claudia, come nel vangelo di Matteo. Per la chiesa greco-ortodossa Claudia Procula è venerata come santa come nella chiesa ortodossa etiope, qui insieme a suo marito Ponzio Pilato.Vi lascio con una citazione scritta da Pilato nella lettera a Tiberio: “Ah Pilato, molto male ti avverrà se tu non ascolti questa promessa solenne e le preghiere di tua moglie”..

In foto: “Il Sogno della moglie di Pilato” incisione del 1879 di Alphonse François


Viceversa, la figura di Pilato è una delle più ambigue della Passione di Cristo, citato sia nelle fonti evangeliche e sia nelle fonti storiche. Ad esempio, il primo storico che ne menzionò il nome, siamo intorno al 90 d.C fu Giuseppe Flavio, che nelle Antichità Giudaiche scrisse: “E quando Pilato, per denunzia degli uomini notabili fra noi, lo punì di croce, non cessarono coloro che da principio lo avevano amato[…]”. Successivamente anche Tacito scrisse su di lui: “Cristo era stato ucciso sotto l’imperatore Tiberio dal procuratore Pilato” e siamo tra il 116 ed il 117 d.C. Inoltre, per avvalorare la realtà storica del personaggio in questione venne rinvenuta, nel 1961 a Cesarea Marittima (in Israele), una preziosa epigrafe nell’anfiteatro dove c’è scritto: “[Caesarensibu]s Tiberiéum/[Pon]tius Pilatus/[Praef]ectus Iuda[ea]e” traducibile forse come “presso i Cesarensi, Ponzio Pilato, Prefetto di Giudea, [dedicato a] Tiberio” .

In foto: l’epigrafe con il nome di Ponzio Pilato (rinvenuta a Cesarea Marittima in Israele)

Ma ora veniamo a noi: ma come è morto Pilato? Una sorta di informazione sulla sua morte l’abbiamo nel ciclo apocrifo di Pilato, e l’autore (ignoto) ci scrive proprio un capitolo sulla morte del prefetto. La storia inizia con la malattia di Tiberio (che in quegli anni si trovava a Capri) egli mandò un messo di nome Voulsoniano per trovare “un certo medico di nome Gesù”. Il messo, però, trovò solo la Veronica che gli confidò la sua fede in Cristo ed accusò Pilato di aver condannato ingiustamente il Cristo. Il messo fece arrestare il procuratore che, in catene, venne portato a Roma. Ecco ciò che dice il documento apocrifo: “Dopo pochi giorni, fu emessa, contro Pilato, la sentenza che lo condannava ad una morte estremamente ignominiosa. Udito ciò, Pilato si uccise con il proprio coltellino: con questa morte pose fine alla sua vita. Cesare, venuto a conoscenza della morte di Pilato, disse: “E’ morto proprio di morte estremamente ignominiosa colui al quale non perdonò la propria mano”. Fu dunque legato ad un enorme peso e immerso nel fiume Tevere”.  

Un Abbraccio Storico

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