Un Cioccolatino Storico. Aldo e Peppino e quel dannato 9 maggio ‘78

AVEZZANO- Buongiorno carissimi lettori ma soprattutto benvenuti al settimanale appuntamento con i racconti del Cioccolatino Storico. Si, lo sappiamo che ultimamente vi stiamo portato all’assuefazione con tutti questi Cioccolatini Storici però la data di oggi ci impone, in qualche modo, un doveroso pensiero (e ricordo) di due grandi italiani coraggiosi ma soprattutto liberi, Aldo Moro e Peppino Impastato.

Il 9 maggio del ‘78 non è una data come le altre, è il giorno in cui il nostro paese si scoprì vulnerabile e ma soprattutto impaurito. E’ il giorno in cui venne ritrovato il corpo di Aldo Moro e venne assassinato Peppino Impastato, per omaggiare questi due grandi uomini, oggi parleremo di loro.

Aldo Moro
(foto web)

IL RITROVAMENTO DEL CORPO DI ALDO MORO:

Era il 18 marzo del ’78 quando le Brigate Rosse, a Via Fani (Roma), tesero un agguato al presidente della DC Aldo Moro: in quello scontro furono assassinati i cinque uomini della scorta del presidente. Aldo fu prelevato e portato in un covo ove fu sottoposto ad un ingiurioso processo: pensate fu accusato dai terroristi di essere l’artefice della cosiddetta strategia dell’attenzione verso il Pci, per contrastare la strategia della tensione. Dopo 55 giorni – appunto, il 9 maggio – fu il brigatista Valerio Morucci a telefonare per segnalare la presenza del cadavere in via Caetani all’interno della Renault 4 rossa.

L’ASSASSINIO DI PEPPINO IMPASTATO:

Qualche ora prima del ritrovamento del copro di Aldo – nella notte tra l’8 e il 9 maggio – fu ucciso dalla mafia il giornalista Peppino Impastato. Peppino aveva rotto i rapporti con famiglia poiché alcuni dei suoi membri erano legati alla mafia: con grande coraggio decise di lottare contro di essa con determinazione e coraggio. Anzi, fece di più, grazie alla sua emittente radiofonica, la celebre Radio Aut di Cinisi denunciava apertamente Cosa Nostra senza rinunciare all’ironia e con un occhio particolare per il boss Gaetano Badalamenti, da lui ribattezzato Tano Seduto.

Un giovane Peppino Impastato
(foto web)

Quando Peppino venne assassinato subito si pensò ad un suicidio visto che il cadavere venne imbottito di tritolo e fatto saltare sui binari della linea ferroviaria Palermo-Trapani. La mafia voleva che si credesse che Impastato stesse preparando un attentato terroristico: fu il coraggio di sua madre Felicia, di suo fratello Giovanni e dei suoi amici che fecero emergere la matrice mafiosa dell’omicidio (1984). Nel maggio del 1992 i giudici decisero l’archiviazione del caso, ma, dieci anni dopo, Badalamenti fu condannato all’ergastolo come mandante. 

Dal 2007, questa giornata è stata dedicata a tutte le vittime del terrorismo, interno e internazionale, e delle stragi di tale matrice. 

Un Abbraccio Storico

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