Un Cioccolatino Storico. Anno Domini 1789, storia di un furto sacrilego

TRASACCO– Carissimi lettori benvenuti al consueto appuntamento settimanale con i racconti del Cioccolatino Storico. Oggi, 31 agosto, la Marsica festeggia una delle feste più sentite ovvero quella dedicata alla figura di San Cesidio, presbitero di Trasacco. Sono tante le testimonianze dedicate alla figura di Cesidio da Trasacco: testimonianze che ci raccontano di miracoli, visite di personaggi “famosi” e, perché no, anche di veri e proprio fatti di cronaca. Quest’oggi abbiamo deciso di raccontarvi un vero e proprio fatto di cronaca, avvenuto l’otto giugno del 1789 e che la penna di don Evaristo Angelini ci ha tramandato. Ora lasciamoci avvolgere l’animo e la nostra innata curiosità storica dalle parole redatte da don Evaristo Angelini.

”L’anno 1749 li otto di Giugno, domenica infraottava del Corpus Domini; nelle ore di Notte, tempo di riposo, ma non gia per li ladri. Alcuni sacrileghi ladri ruppero la ferriata della finestra che stava nel Camino dietro dei Fossi per comodo del Coro d’Inverno, entrarono nella chiesa Insigne Collegiata di S. Cesidio, fracassarono la Porta del Coro con piegare il catenaccio di ferro, tamquam cera ruppero il mastalone ed a forza di paletti di ferro e scarapelli aprirono tal porta; poi l’istesso fecero alla Porta della Sacrestia in dove schiodarono la Cornice da capo a detta Porta per porre scarapelli e paletti suddetti; schiodarono poi peschi a forza di leva che alzarono una porta di essa ed entrarono dove presero a leva la porta dell’Argenteria di somma valuta, la osservarono e cosi resto.

Poiché piegarono il Ferretto nella porta della Santa Statua di S. Cesidio, aprirono e si pigliarono Coraglie dorate e Voti d’argento. Scassarono il deposito del Santo Braccio di S. Cesidio che fu toccato, ma riposto nel suo proprio sito e credesi non volesse il Santo uscire mentre la cupidigia sacrilega dell’argento li aveva accecati. Si pigliarono Lampade di argento cinque che ardevano avanti il SS. Sacramento nell’Altare Maggiore. Un’altra Lampada ardeva entro nel medesimo Altare sepoltura dei SS. Martiri. Un’altra lampada d’argento ardeva nel deposito del Glorioso Braccio, lasciandovi solo la Lampada di vetro in un cantuccio accesa avanti il Santo Braccio e con questa la porta del deposito. Lasciarono accesa la lampada con il vetro avanti il SS. Sacramento soprapposta nelle altre quattro di vetro, votate con l’olio per terra.

Piegarono il Ferretto nella porta che va alla sepoltura dei gloriosi Martiri Compagni di S. Cesidio ove non vi trovarono se non 1’olio che arde per la lampada. E cosi spoglia di lumi lasciarono detti Santuari e Chiesa tutta a riserva di una sola lampada lasciata d’argento la più grossa, la quale smorzata più antica stava avanti detta Santa Statua, senza poter altro pigliare, giudicandosi da tutti che con il toccar il Glorioso Braccio del Santo le dasse timore o causasse paura o altro per giusto giudizio di Dio. Cosi fracassata la Chiesa fu ritrovata la mattina da Giuseppe Alonzo, sacrestano Oddi e da Mastro Girolamo Ciofani, Antonio Carusi, concittadini che chiamato me Abbate e Canonici, portatomi in Chiesa, restai fuori di me e pigliato il Santo Braccio non sentii il solito odore che butta di Paradiso. Riuscii per scrivere, per dar notizia ai Paesi convicini se mai potevasi essere notizia di castigare i Malfattori e rientrato in Chiesa, preparatomi per la Santa Messa la celebrai solennemente per il Popolo ad obtinendam Gratiam di ritrovare il furto; nel celebrare detta Santa Messa ritorno a rimandar a noi altri mortali il solito odore di Paradiso sentendosi dovunque andavo per detto Santo Altare, aprendo tutte le Sante Reliquie. Dopo aver dato più e più passi, solo nel Monte Carbonaro nel luogo detto Forchetta fu ritrovato un Anello solo d’argento di esse Lampade, senza poterne avere altra notizia che per verità del fatto ne fu fatta pubblica ricognizione con licenza ottenuta dal Vescovo Brizi”.

Un Abbraccio Storico

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