Un Cioccolatino Storico. “Chi è come Dio?”, la storia del santuario di Sant’Angelo di Balsorano

BALSORANO- Buongiorno carissimi lettori e benvenuti al secondo appuntamento con i racconti del Cioccolatino Storico. Quest’oggi andremo alla scoperta di uno dei luoghi marsicani più misteriosi e carichi di fede, ovvero la “Grotta di Sant’Angelo” a Balsorano. Detto ciò indossiamo i nostri panni da “Indiana Jones de noatri” e ci avviamo verso la catena montuosa della Serra Lunga proprio a Balsorano.

Cappelle nella grotta

LA STORIA:

Dai, iniziamo. Il primo documento archivistico in cui compare il luogo di culto (con annesso monastero) lo si trova all’interno di una scrittura ecclesiastica come una prepositura dell’abbazia di Montecassino (siamo nel 1273). Viceversa, in una bolla papale di Bonifacio VIII si legge che tale luogo di culto, seppur in pieno territorio abruzzese-marsicano è assegnato alla Diocesi di Sora dopo esser stato incluso nei vasti possedimenti dell’ordine benedettino (Montecassino) della Valle del Liri. Tra l’XI ed il XIV secolo nella suddetta area vennero edificati luoghi di culto dedicai all’Arcangelo Michele e da questa devozione è stato coniato il titolo che tutt’ora porta questo luogo sacro: Sant’Angelo.

Refettorio

Con il passare del tempo e subito dopo la proclamazione delle Regno d’Italia, alcuni pessimi burocrati di casa Savoia ebbero la brillante idea di abbattere le grotte che, secondo loro, potevano diventar riparo per i briganti. Sant’Angelo ci mise la “pezza” come si suol dire e fortunatamente non si attuò il progetto. Ma ciò che non fece casa savoia fece il terremoto del 13 gennaio 1915 e la seconda guerra mondiale: il terremoto provocò gravi danni alla struttura, viceversa durante i terribili giorni dell’occupazione nazifascista tale luogo di culto divenne riparo per molti prigionieri di guerra indiani che erano scappati dal campo di concentramenti di Avezzano. Nel 1952 iniziò l’opera di valorizzazione di tale luogo di culto.

STRUTTURA:

Fino alla metà del ‘700, il monastero in questione consisteva semplicemente in una caverna naturale adibita a luogo di culto situata sul monte Sant’Angelo, detto di Malanotte, oltre il vallone di Sant’Angelo posta in una gola del versante occidentale della Serra Lunga. Viceversa, tra il 1750 ed il 1800 fu edificato il piano terra del refettorio-ospizio: nel 1879 i pellegrini di Luco dei Marsi edificarono un’edicola sacra dedicandola alla Madonna Addolorata.

Ruderi del monastero

La larga grotta – profonda circa 20 metri – possiede due altari, il primo dedicato a San Michele Arcangelo ed il secondo alla Madonna dello Spirito Santo raggiungibili da due scalinate in pietra, di cui la prima che venne realizzata è detta Scala Santa. Inoltre vi sono anche altri due altari dedicati a San Giuseppe e a Sant’Antonio di Padova. Infine, l’antico convento (fortemente danneggiato dal terremoto del 1915) fu riedificato a cominciare dal 1952.

Un Abbraccio Storico

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *