Un Cioccolatino Storico. “Dimme er Pantheon, no la rotonda”, storia del marsicano papa Bonifacio IV e della festa di Ognissanti
AVEZZANO- Carissimi lettori benvenuti al consueto appuntamento settimanale con i racconti del Cioccolatino Storico. Nel giorno in cui la liturgia cristiana ricorda la festività di Ognissanti ci piacerebbe raccontarvi una storia assai interessante il cui protagonista è un degno figlio della nostra amata Marsica.
Come prima cosa vi chiediamo di chiuder gli occhi ed immaginarci di essere nella bellissima città di Roma, precisamente dinanzi al Pantheon questo maestoso edificio di epoca romana dedicata alla memoria di tutti gli dei [in greco, la parola “pantheon” significa proprio tempio di tutti gli dei]. Ma che cosa c’entra questo luogo romano con la Marsica? Tutto ebbe inizio domenica 13 maggio del 609 d.C. quando papa Bonifacio IV nativo di Marruvium (nell’attuale San Benedetto dei Marsi) consacrò il Pantheon a luogo di culto cristiano.
Nel “Liber Pontificalis” – testo che racconta le vite di alcuni pontefici – troviamo scritto che “Bonifacio della stirpe dei Marsi, della città di Valeria (Marruvium, l’odierna San Bendetto dei Marsi) era figlio di Giovanni medico fu papa per sette anni, otto mesi e tredici giorni”. Fu papa in tempi assai particolari per Roma in cui c’erano “carestie, pestilenze e inondazioni (del Tevere)”. Nonostante ciò seppe amministrare la città in maniera santa e perfetta! Anzi, fece una cosa assai audace, chiese all’imperatore di Bisanzio Foca [e questo lo troviamo scritto sempre nel Linber Pontificalis] l’antico edificio del Pantheon così da trasformarlo in chiesa cattolica: l’imperatore glielo concesse e per questo venne premiato dai romani – cosa che Foca non si sarebbe mai aspettato in vita sua e per questo fu molto contento- con l’edificazione di una colonna onoraria all’interno dell’antico foro. Lo storico medievalista tedesco Ferdinand Gregorovius, nel suo celebre libro “Passeggiate in Italia vol.2” parlando delle colonna onorare a Foca afferma che questa fu l’ultimo monumento che Roma innalzava nelle sue rovine.
Tornato al nostro Bonifacio IV, una volta ottenuto il possesso dell’antico tempio pagano, si impegnò nel trasformarlo in chiesa che venne intitolata alla Madonna Regina dei Martiri. Per l’occasione Bonifacio – almeno così le fonti storiche ce lo tramandano- fece prelevare parecchie reliquie dalle diverse catacombe presenti in città. Il 13 maggio fu istituita da Bonifacio la festività di Tutti i Santi: bisogna attendere più di un secolo dopo, ovvero sotto il pontificato del siriano Gregorio III, affinché la festa di Tutti i Santi venga spostata il 1° di novembre, data della consacrazione di una cappella nell’antica basilica costantiniana di San Pietro dedicata ai “dei santi apostoli e di tutti i santi, martiri e confessori, e di tutti i giusti resi perfetti che riposano in pace in tutto il mondo”.
Sono frammentarie le notizie sulla sua morte, nel “Liber Pontificalis”, si cita solo il luogo di sepoltura ovvero “presso la tomba del beato apostolo Pietro”. Papa Bonifacio IV morì l’8 maggio del 615 d.C. pensate che venne canonizzato da un altro Bonifacio, di certo meno santo del nostro conterraneo, che ebbe, in qualche modo a che fare con l’Abruzzo e stiamo parlando di Bonifacio VIII.
La sua festa si celebra l’8 di maggio e sul Martirologio Romano [una sorta di calendario con la spiegazione dei santi del giorno] troviamo scritto così: “A Roma presso san Pietro, san Bonifacio IV, papa, che trasformò in chiesa il tempio del Pantheon ottenuto dall’imperatore Foca e lo dedicò a Dio in onore della Beata Maria e di tutti i martiri; fu pieno di meriti anche a riguardo della vita monastica”.
Un Abbraccio Storico