Un Cioccolatino Storico. Ennio Flaiano, storia di un marziano abruzzese
PESCARA – Buongiorno carissimi lettori ma soprattutto benvenuti al secondo appuntamento settimanale con i racconti del Cioccolatino Storico. Quest’oggi vi racconteremo la storia di un grande uomo di cultura, Ennio Flaiano.
“La situazione politica in Italia è grave ma non è seria”. Quante volte, specialmente in questi giorni così politicamente instabili, abbiamo sentito e letto questa frase di Flaiano? Scommettiamo tante. La frase in questione (tratta dal libro “Diario Notturno”) è stata scritta, pensate un po’, nel 1955 e ciò ci fa capire come la vena ironico-letteraria di Flaiano è più attuale che mai.
Comunque, Ennio nacque il 5 marzo del 1910 a Pescara precisamente sul Corso G. Manthonè (quartiere Portanova) da Cetteo e Francesca Di Michele. Fu ultimo di sette figli e dovette, insieme alla famiglia, spostarsi continuamente dal suo luogo natale. Pensate che lui viaggiò, nel 1922, nello stesso treno in cui viaggiavano i fascisti diretti alla marcia su Roma (ovviamente, quando diventò più grande, ne descrisse le sensazioni nel suo classico modo di raccontare).
A Roma frequentò gli studi secondari nel Convitto Nazionale e si diplomò, nel 1929, nel liceo artistico: si iscrisse anche in università, nella facoltà di architettura, ma non portò a termine gli studi. Sempre a Roma conobbe personaggi assai interessanti dell’allora panorama artistico e giornalistico italiano come Anton Giulio Bragaglia e Leo Longaresi.
Prese parte anche alla Guerra d’Etiopia e quando fece ritorno, siamo nel 1938, iniziò il suo addentrarsi all’interno del giornalismo culturale: ad esempio collaborò con il neonato settimanale “Oggi” in cui recensì film appena usciti e qui fece emergere tutto il suo astio nei confronti del regime. La sua ironia non passò di certo inosservata all’interno dell’Antico Caffè Greco di Roma che era solito frequentare e questo lo portò alla conoscenza di personalità assai importanti come Aldo Palazzeschi e persino Orson Wells.
Nel 1940 Ennio sposò Rosetta Rota e nel 1942 nacque la figlia Luisa, soprannominata Lelè, la quale all’età di otto mesi inizia a dare i primi segni di una gravissima forma di encefalopatia che comprometterà la sua vita. Tale situazione familiare si ripercuoterà anche sulla sua vita professionale.
Successivamente la sua attività giornalistica si concentra esclusivamente su “Il Mondo”, collaborazione che durerà fino al 1951: inoltre, Flaiano tiene una rubrica dal titolo “Diario Notturno” che poi sarà raccolta in un libro. Tra il 1947 ed il 1971 lo stesso Flaiano scrive alcune tra le più belle sceneggiature del cinema italiano del dopoguerra collaborando con nomi del calibro di Fellini, Rossellini etc.
Il 5 novembre del 1972 pubblicò, sul Corriere della Sera, il suo ultimo articolo dal carattere molto autobiografico: qualche giorno dopo, il 20 novembre mentre si trovava in clinica per alcuni accertamenti venne colpito per la seconda volta da un infarto che lo uccise. Sua figlia Lelè morirà nel 1992 mentre sua moglie Rosetta morirà nel 2003: sono sepolti nel cimitero di Maccarese (Roma).
Un Abbraccio Storico.