Un Cioccolatino Storico. Fra Bartolomeo da Trasacco, il fedele discepolo e biografo di papa Celestino V
TRASACCO- Carissimi lettori un caloroso benvenuto a questa edizione speciale dei racconti del Cioccolatino Storico: quest’oggi, in occasione di una delle feste più importanti del patrimonio culturale e religioso abruzzese (e non solo), ovvero la Perdonanza celestiniana, ci piacerebbe raccontarvi la vicenda in un personaggio poco conosciuto ma di grande importanza storica e religiosa e che è nato nel cuore della Marsica, stiamo parlando di Fra Bartolomeo da Trasacco discepolo e futuro biografo di Celestino V.
Qualche giorno fa ci siamo recati all’interno della maestosa Basilica dei SS. Cesidio e Rufino a Trasacco e camminando tra le navate siamo arrivati sopra al presbiterio ed il nostro sguardo si è posato sulla lapide che reca il ricordo di questo personaggio (la lapide si trova dietro l’altare accanto a quelle dedicate alla madre del cardinal Cesare Baronio di cui abbiamo già parlato). Un personaggio di cui la storiografia locale deve riscoprire e rivalorizzare anche alla luce del testo del nostro illustre conterraneo Ignazio Silone, “L’avventura di un Povero Cristiano”.
Fra Bartolomeo da Trasacco nacque molto presumibilmente nel 1251 a Trasacco e fin da giovanissimo nutrì una grande vocazione che lo portò, intorno ai 15-16 anni, nell’intraprendere la vita religiosa. Una vita religiosa assai particolare e, per certi versi, assai dura ma che lo arricchì. Il suo maestro fu Pietro dal Morrone (il futuro papa Celestino V) e già vedeva in lui segni di una grande spiritualità e questo lo portò nel diventare uno dei discepoli più fidati di Pietro del Morrone.
Nel 1271 venne ordinato sacerdote ed ottenne dal suo Capo spirituale compiti assi importanti che li svolse senza batter ciglio e in modo sempre prefetto. Tutto ciò permise al nostro Bartolomeo di esser sempre più stimato dal Pietro del Morrone e dalla chiesa locale. Pensate che nel 1281 lo stesso Pietro del Morrone gli affidò ben 20 fiorini per l’acquisto di un pezzo di terreno, al di fuori della nuovissima città di Aquila, sul quale verrà edificata la Basilica di Santa Maria di Collemaggio. Visse tutti i momenti con il suo Maestro, soprattutto quell’incredibile 29 agosto 1294 quando venne incoronato papa all’interno di Santa Maria di Collemaggio.
Ma sappiamo benissimo com’è andata poi la storia! Celestino V, il 13 dicembre del medesimo anno si dimise ma Bartolomeo da Trasacco non lo lasciò mai solo, anche durante la dura prigionia nel castello di Fumone. Quando nel 1296 Celestino V morì, Bartolomeo divenne uno dei testimoni più validi nel processo di santità di Celestino V, processo che ebbe inizio nel 1306. Egli andò avanti nonostante i bastoni tra le ruote che Bonifacio VIII gli metteva: egli testimoniò la santità del suo maestro, ed anche il suo carattere tosto degno di un eremita.
I suoi scritti, divisi in due parti, sono raccolti nella cosiddetta “Vita C” e sono una fonte preziosa di studio per chi vuole conoscere la vita del “Papa del Gran Rifiuto” (come lo sottolineò, in maniera anche cattiva, nonostante i suoi motivi personali Dante Alighieri). Purtroppo non conosciamo la data ed il luogo della sua morte.
Qualche secolo dopo, Il Corsignani nella sua “Reggia Marsicana” su Bartolomeo da Trasacco scrisse: “E primi Compagni della solitudine di S. Pier Celestino, e imitatore delle sue Virtù fu il nostro B. Bartolomeo , del quale poche notizie a noi, sono rimase , parlandone brievemente anche il Febbonio: di Lui anche Noi in più luoghi ne abbiamo parlato, e in particolare dove in quest’Opera facemmo parola dell’antico , e moderno Monistro de’ PP. Celestini di Celano dicendo che il – lustrò lo stato Celanese coll’abitazione che vi fece , nell’antico Monistero de’ Celestini, insieme cogli altri Figli e Compagni di S. Pietro del Morrone , che fece più conto de Romitaggi, che delle «Reggie quantun que santificate». Questo B. Bartolommeo fu il primo Scrittore della Vita ben singolare di S. Pier Celestino, in partico lare per la rinunzia del Pontificato, «humilitatis exem plum ſtupendum cundis, imitabile paucis, come ne scri ve Giordana», il quale fatto con eloquenza vien commendato dal Petrarca nel Libro II de Vita solitaria. Il Ciacconio parlando di questo Papa, vuole che questa Vita poi uscisse fuori sotto altro nome; ma non è perciò che non s’abbia a mettere il nostro Beato tra gli Scrittori Ecclesiastici; e come di uno Scrittore del nostro Reame lo colloca nella sua , Serie Cronologica degli Scrittori del Regno l’erudito Tafuri. E peravventura la Vita che del lodato Santo Pontefice ha scritta il Cardinale Pietro di Alliaco, e che si legge nel Surio a 19 di Maggio, sarà in buona parte formata da quella, che il nostro Beato compose. – Nell’Atrio della Chiesa del SS. Cesidio e Ruffino si legge una memoria del B. Bartolommeo , che Noi in altra Opera ricordammo, e qui giova ripetere a compimento di quanto abbiamo in proprio luogo detto di Luogo”.