Un Cioccolatino Storico. “La guarigione è legata al tempo e a volte anche alle circostanze”, storie degli Ospedali “San Camillo-Forlanini” e “Lazzaro Spallanzani” di Roma
ROMA- Carissimi lettori benvenuti al consueto appuntamento settimanale con i racconti del Cioccolatino Storico. La storia che oggi ci piacerebbe raccontarvi parlerà, come potete ben leggere dal titolo di questo articolo, di due celebri ospedali romani, il “San Camillo-Forlanini” e dell’Istituto nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani. Ma prima di passare alla storia di questo ospedale bisogna fare un classico passo indietro.
Sabato scorso abbiamo assistito ad una serie di eventi che mai, e dico mai, bisogna vedere all’interno di uno stato democratico: l’assalto alla sede del sindacato della CGIL e soprattutto, l’assalto (e questo il termine che bisogna usare) al pronto soccorso dell’ospedale Umberto I. Sono scene assai preoccupanti che di certo non fanno bene alla nostra cara Italia segnata ancora dalla brutalità di questo virus. E tra quelle urla, slogan provocatori e qualche braccio destro alzato alla “romana” ci siamo detti: “ma c’è un modo per rispondere a tale provocazione?”. Beh, l’unica risposta plausibile è quella di sfogliare le pagine della storia, cosa che loro (i provocatori) penso che non abbiano fatto.
Per farla breve oggi vi racconteremo la storia dell’INM Spallanzani e dell’Ospedale San Camillo-Forlanini, inizieremo da quest’ultimo. Tutto ebbe inizio nei primi anni del ‘900 quando il grande sindaco di Roma Ernesto Nathan ebbe la brillante idea di ideare un nuovo ospedale per i cittadini di Roma. Nel 1919 l’amministrazione ospedaliera di Roma decise di avviare i lavori di realizzazione di tale struttura: tali lavori vennero affidati all’ingegnere Domenico Caterina ma vennero interrotti nel 1922 per mancanza di fondi.
Cinque anni dopo, nel 1927, i lavori ripresero e furono finanziati dal capo del governo Benito Mussolini: il duce stanziò circa 42 milioni di lire per la conclusione dei lavori. Sotto la guida dell’architetto Emanuele Caniggia l’ospedale venne completato l’anno successivo e inaugurato, alla presenza dello stesso Mussolini, nel 1929. Inizialmente la struttura venne inaugurata con il nome di “Ospedale del Littorio” dopo la fine del regime fascista e della seconda guerra mondiale il nosocomio fu intitolato alla memoria del santo abruzzese Camillo De Lellis patrono dei malati e degli infermieri.
Proprio nel perimetro dell’Ospedale “San Camillo-Forlanini” nel 1936 (in pieno regime fascista, siamo all’indomani della guerra d’Abissinia) fu ideata una struttura che prese il nome di “Ospedale Lazzaro Spallanzani”. Lo “Spallanzani”, tristemente noto in questi anni dettati dal covid, fu destinato alla prevenzione e alla cura delle malattie infettive: pensate che tale struttura entrò subito in funzione dedicandosi alla cura e alla riabilitazione per i malati affetti da poliomielite.
Negli anni ’70, lo Spallanzani si concentrò sulla lotta contro l’epatite B che, in quegli anni rappresentò un vero e proprio punto di partenza per lo studio di tale malattia. Negli anni ’80 l’Istituto rappresentò uno dei centri di assistenza e ricerca sulle infezioni causate dell’HIV. Durante i primi giorni della pandemia da Covid-19 l’Istituto Spallanzani ha ospitato i due primi infetti da Covid in Italia. Viceversa, il 2 febbraio dello stesso anno, l’attuale ministro della salute Roberto Speranza, ha annunciato che un gruppo di ricercatori di questo Istituto ha isolato il coronavirus SARS-CoV-2.
Ovviamente questa è la storia e fa sempre bene rileggerla, toccarla ed assaporala. In fin dei conti il buon Cicerone aveva ragione quando affermava che “La storia in verità è testimone dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra di vita, messaggera dell’antichità (De Oratore, II, 9, 36)”.
Un Abbraccio Storico