Un Cioccolatino Storico. La “Legiunea Voluntarilor Români din Italia”: una storia di coraggio e di integrazione
AVEZZANO – Buongiorno carissimi lettori ma soprattutto benvenuti in questo nostro nuovo cioccolatino storico. La storia che oggi ci piacerebbe raccontarvi ci narrerà di una vicenda di coraggio, di lotta e, perché no, anche di integrazione: insomma, oggi vi parleremo della “Legiunea Voluntarilor Români din Italia” oppure, in lingua italiana, della ”La Legione Romena d’Italia”. Iniziando questa storia ci preme porvi una domanda, rivolta specialemente ai nostri lettori Marsicani oppure, in modo particolare alla popolazione di Avezzano: ”Quante volte siete passati dinanzi alla Pineta del Concentramento?”. Scommetto che avete perso il conto.. diciamo che la nostra storia parte proprio da li dentro, ma prima di addentrarci nel cuore di questa vicenda umana e storica, facciamo il classico passo indietro nella storia.
Ad un anno dall’ingresso dell’Italia nella Grande Guerra (ovvero nel 1916) i prigionieri di nazionalità romena ammontavano ad una cifra che si aggirava intorno alle 7.200 unità: questi soldati provenivano dal Banato, dalla Bucovina e dalla celebre Transilvania. Ed erano distribuiti in questo modo: 3.600 nel campo di prigionia di Modena, 2.000 nel campo di Cavarzere (nei pressi di Venezia), 800 prigionieri nel campo di Ostiglia (in provincia di Mantova) e 800 prigionieri nel campo di Chiaravalle (in provincia di Ancona).
Ma questi prigionieri non si sarebbero mai aspettati che, due anni dopo, nella città di Roma precisamente nel Campidoglio dal 27 marzo al 10 aprile del 1919, si tenne il “Congresso delle Nazionalità Oppresse nella monarchia austro-ungarica”.
Alcuni membri della delegazione romena riuscirono ad ottenere il permesso di ideare delle formazioni armate autonome così da combattere al fianco degli italiani contro austro-ungarici e tedeschi.
Il 6 giugno del 1918 venne creata la “Legione Romena d’Italia” con sede proprio nel Campo di Concentramento di Avezzano (Je Concentramente in dialetto Avezzanese). In questo campo di detenzione erano ospitati prigionieri appartenenti alle forze armate della Triplice Alleanza: c’erano Cechi, Slovacchi, Tedeschi, Polacchi, Ungheresi e Rumeni. Comunque, la Legione Romena d’Italia era composta da tre compagnie formate da 830 soldati con 13 ufficiali: La Compagnia I, composta da 250 soldati venne inquadrata nell’VIII Armata precisamente nella 52° divisione alpina italiana e partecipò alle battaglie di Montello e Vittorio Veneto. La Compagnia II facente parte sempre dell’VIII Armata partecipò alla battaglia di Val Vella e Cimone e di battaglie di Sisemoled: infine la Compagnia III inquadrata nella IV Armata che partecipò alla Battaglia del Monte Grappa.
I soldati della Legione Romena d’Italia si comportarono in maniera assai coraggiosa ed anche loro contribuirono alla vittoria: la Legione terminò la sua esistenza il 31 agosto del 1919. Per ricordare il loro impegno accanto all’esercito italiano è stata inaugurata, anni fa, nel quartiere avezzanese di Chiusa Resta una targa ricordo: ah, molti Romeni sono rimasti nella Marsica e si sono integrati molto bene. A questi ragazzi bisogna dire solo: multumesc mult . Un Abbraccio Storico