Un Cioccolatino Storico. “La Santa Entrata”, l’epopea dannunziana nel centotreesimo anniversario dell’Impresa di Fiume
AVEZZANO- Buongiorno carissimi lettori ma soprattutto benvenuti all’appuntamento settimanale con i racconti del Cioccolatino Storico. La storia che oggi vi racconteremo ci porterà alla scoperta di una delle pagine storiche italiane (ma anche europee) più affascinati, e nello stesso tempo, più complessa da capire e da studiare: ovvero l’Impresa di Fiume.
Il 12 settembre del 1919 (precisamente 103 anni fa) iniziò proprio la romantica, violenta e problematica “Impresa di Fiume”. E’ vero, in quel capitolo della storia italiana si sono scritte anche righe assai storte che parlano di razzismo e intolleranza nei confronti delle popolazioni non italiane: ma si è scritta anche la “Carta del Carnaro” uno dei documenti più “moderni” dell’epoca. Insomma, l’epopea dannunziana di Fiume ancor oggi fa parlare, e noi di Espressione24 vi racconteremo proprio i primi fatti che portarono alla nascita della Reggenza Italiana di Fiume.
Quel 12 settembre di cento tre anni fa era un venerdì, e D’Annunzio si trovava a Venezia: aveva la febbre e il suo fisico, provato dagli anni della guerra era assai debilitato. Nonostante ciò, il Vate non sottrae alla sua “missione”. Si fa forza e sale sulla Fiat 511 che era ad attenderlo: all’interno della macchina c’era Guido Keller amico del poeta e anch’esso uno dei congiuranti. La macchia si avviò in direzione di Ronchi (oggi Ronchi dei Legionari in Provincia di Gorizia): lì c’erano ad attendere D’Annunzio i congiuranti che non aspettavano altro un cenno per dar via alla conquista di Fiume.
Keller insieme a Tommaso Beltrami decisero che è arrivato il momento di agire: escono alla ricerca dei camion che servono per entrare a Fiume, per dare vita a quel episodio ormai passato alla storia come “Santa Entrata”. Qualche ora dopo, come per miracolo, una trentina di autocarri 15 Ter attendono nel piazzale pronti a partire. Ma la colonna di mezzi fu fermata, per la prima volta da un gruppo di bersaglieri: i congiuranti pensarono al peggio, ma D’Annunzio riuscì a persuadere, con la sua dialettica, i bersaglieri stessi che alla fine si unirono alla carovana.
Verso il confine la carovana fu fermata per la seconda volta, questa volta dal generale Vittorio Emanuele Pittalunga che era deciso, anche a costo della sua morte, di fermare D’Annunzio e la colonna ribelle. A quel punto, cosa fece D’Annunzio? Scese dal mezzo e persuase il generale, mostrandogli le sue decorazioni e le sue ferite ottenute sul campo di guerra. Il generale restò colpito dalla mossa del Vate e fece passare la colonna: in quel momento le autoblindo accelerano e la barra di confine si riduce in schegge.
L’esercito di legionari dannunziani entra a Fiume alle undici del mattino, accolti da una folla in tripudio e dalle donne di Fiume che, indossati i loro abiti più belli, si offrono ai liberatori. Dai tetti piovono foglie di alloro. Il Poeta entra in città senza sparare un colpo. E’ il momento della “Santa Entrata”.
Passata l’euforia del momento, D’Annunzio dovette fare nuovamente i conti con la febbre alta che si era ripresentata. Allora decise di ritirarsi presso l’Hotel Europa ma fu subito svegliato da Guido Keller che gli comunicò che il consiglio cittadino di Fiume gli affidava il ruolo di Governatore della città al Poeta.
Da quel momento iniziò la storia della Reggenza Italiana del Carnaro che provocò non pochi problemi alle autorità italiane e che si concluse il 31 dicembre del 1920 con il cosiddetto “Natale di Sangue” e la creazione dello “Stato Libero di Fiume” (creato a seguito del Trattato di Rapallo, firmato il 12 novembre del 1920 tra Italia e Regno dei Serbi, Croati e Sloveni).
Lo sapevate che all’Impresa di Fiume parteciparono anche alcuni abruzzesi? I legionari più numerosi provenivano dalla Provincia dell’Aquila, erano circa 34 di cui 12 provenivano dalla Marsica. Dalla provincia di Chieti ne furono 28, dalla provincia di Teramo 22 e dalla provincia di Pescara 17.
Un Abbraccio Storico