Un Cioccolatino Storico. La vita di Santa Gemma raccontata da mons. Pietro Antonio Corsigniani
SAN SEBASTIANO DEI MARSI- Buongiorno carissimi lettori ma soprattutto benvenuti al consueto appuntamento con i racconti del Cioccolatino Storico. La storia che oggi ci piacerebbe raccontarvi parlerà del coraggio di una giovane ragazza di nome Gemma che resistette – con coraggio e fede- alle vessazioni di un giovane nobile dell’epoca. Nel raccontarvi tale vicenda ci piacerebbe porvi alcuni frammenti -dedicati proprio a questa giovane santa- scritti da mons. Pietro Antonio Corsignani (vescovo prima di Sulmona-Valva e poi di Venosa nativo di Celano) nella Reggia Marsicana (1718).
Piccola precisazione prima di iniziare: “Abbiamo deciso di riportarvi il testo integrale, nella lingua dell’epoca”. Buona lettura.
NASCITA DI SANTA GEMMA:
“Nacque la nostra Santa da un Giovane e da una Donna di bassa condizione, amendue poveri di beni di fortuna, ma ricchi di pietà e Religione nella Terra di San Sebastiano de’ Marsi, dove essendo stata, colle acque lustrali battezzata, quasi da occulta virtù per Divino volere le fu posto il nome assai addatato di Gemma, per dover essere una, di quelle Gioie care e belle del Paradiso. Per alleggiamento della lor povertà, i suoi Genitori con poche pecorelle, che aveano, e con piccioli altri bestiami anco di lana, dal proprio luogo si partirono per far dimora nel Castello di Gordiano Sicolo Diocesi di Sulmona, che oggi in voce più spedita Goriano Sicolo suol chiamare”.
FAMIGLIA E FORMAZIONE RELIGIOSA:
“Il mestiere, in cui da Parenti venne destinata l’accostumata Donzella fu di guardare le pecorelle: e perché Ella da teneri anni non solamente era divota e modesta, ma tutta umiltà ed ubbidienza; per secondare i loro precetti, all’ esercizio impostole ben volentieri si accinse, ed esattamente il faceva. Ma, in quella Pastorizia non lasciò però di non mai di menticarsi del suo Signore, a cui dedicata avea la, sua Virginità, di giorno e di notte le ore e i moumenti in sante meditazioni nella sua Capannetta passando. E quel Signore, che abbelliva l’Anima di questa sua diletta non lasciava ancora di farle trasparere al di fuori l’interna bellezza, di modo che siccome cresceva negli anni, e nella perfezione Cristiana avanzavasi, così nel Corpo la conveniente proporzione delle parti crescendo, e tra patimenti anco lo spiritoso colore non mai mancando, appariva bella e graziosa, e tanto più quanto si univa in Lei alla formosità la modestia. Ma, non come ad alcune Donne è pietra d’inciampo la leggiadria, alla nostra S. Gemma questa venustà fu occasione di maggiormente perfezionarla: e fu in questo modo”.
L’INCONTRO CON IL CONTE DI CELANO:
“Girando un dì per quelle Campagne Ruggieri Conte di Celano, l’anno 1383 in vedere la graziosa Pastorella, se n’infiammò, e, non lasciò in questo di sfrontatamente manifestarle gl’indegni e licenziosi suoi appetiti. Arrossì a prima, fronte la Verginella: ma poi tutta fidanza in DIO che non sa abbandonarci nelle tentazioni quando a lui ricorriamo, e senza temere il Conte, dalla Grazia di DIO aiutata, con santo sdegno, tanto seppe rampognarlo […].”
LA REDENZIONE DEL CONTE E LA VITA RELIGIOSA DI GEMMA:
”Questi vergognatosi di se stesso, non, solamente detestò l’impudico attentato; ma compunto a pentimento dalle sue efficaci parole, volle anche, condescendere al pio desiderio della Sposa di CRISTO facendole a sua richiesta una angusta stanza fabbricare accanto al sito della Chiesa di San Giovanni fuori del distretto del mentovato Gordiano Sicolo, con picciola finestrella con cancelli di ferro accomodata corrispondente al Tempio, acciocchè a vista del Sacro Altare avesse potuto fare le sue Divozioni. Quivi l’innocente Pastorella col paterno consentimento volonterosamente in solitario ritiro s’inchiuse, dove attese a debbellare gl’insulti della parte inferiore, e a contrastare gli assalti del Demonio per farsi del tutto lucida Gemma del Paradiso. Ed il Signore non, lasciò di assisterle, e decorarla con doti Celestiali: Per la qual cosa molta Gente a Lei concorreva ad apprendere documenti per indirizzo al sommo affare dell’eterna salute, e ognuno maravigliandosene, partiva in vederla tanto e sì fattamente nello Spirito addottrinata. Con questa angelica anziché umana Vita passò Ella in quel suo ritiro quarantadue, o quarantatré anni, senza che mai uscisse fuori: E finalmente per le austere penitenze e continue infievolito il suo Corpo, e del tutto di forze scemato, aggravato pur da malori infermò, e mancando da giorno in giorno il vigor naturale, si tidusse all’estremo; quando essendosi ristorata nello Spirito co’ Sagramenti di Santa Chiesa, ripiena di meriti rese l’Anima al suo eterno Fattore per averne il premio in Paradiso”.
LA MORTE DI GEMMA:
“E ciò fu nell’anno 54 dell’età sua, e della fruttifera incarnazione nel 1439 a 13 di Maggio: il quale felice passaggio da questa caduca alla Vita immortale di S. Gemma, volle il Signore onorare col festivo suono miracoloso delle Campane da se stesse: onde avvenne, che concorsa al portento la Gente, quanto fu dolorosa per la perdita fatta di Lei, altrettanto ne godette pensando averla in Cielo per lor Protrettrice. E tra sospiri e le lagrime nate dal dolore ugualmente e dall’allegrezza, fu dato al virginale, suo Corpo la sepoltura”.
12 MAGGIO DELL’ANNO DEL SIGNORE 1725 A GIOIA DEI MARSI:
“Oltre gli accennati Miracoli, che divolga la fa ma non descritti dalla negligenza de’ Paesani, troviamo anche i seguenti a noi comunicati anni sono dal moderno Arciprete di Goriano, il quale ne conserva l’autentico Registro. Nell’1725, 12 di Maggio un giovanetto della Terra di Gioia in Marsi fu di subito ad intercessione di Santa Gemma liberato da un grave malore, per cui si trovava rotto nella pelle, che sostiene gl’intestini”.
Infine, sul celebre Martirologio Romano, il 13 maggio troviamo scritto: “In località Goriano Sicoli in Abruzzo, beata Gemma, vergine, che visse rinchiusa in una piccola cella accanto alla chiesa, da dove poteva vedere soltanto l’altare”.
E che Santa Gemma ci protegga, sempre.
Un Abbraccio Storico