Un Cioccolatino Storico. Maggio è il mese della Madonna, ecco il perché: storia e origine di questo tenero culto
MAGLIANO DE’ MARSI- Buongiorno carissimi lettori ma soprattutto benvenuti al secondo appuntamento con i racconti del Cioccolatino Storico. Quest’oggi ci piacerebbe porvi questa domanda semplice ma intrigante domanda: “perché il mese di maggio è dedicato alla Madonna?”. In questo Cioccolatino Storico tenteremo di darvi una risposta semplice ma nello stesso tempo esaustiva, dai seguiteci.
Innanzitutto bisogna partire dal Medioevo quando nel XIII secolo (in Spagna, precisamente in Castiglia) re Alfonso X il saggio in “Las Cantigas de Santa Maria” celebrava Maria come: «Rosa delle rose, fiore dei fiori, donna fra le donne, unica signora, luce dei santi e dei cieli via». Successivamente – nel corso di qualche anno- un frate domenicano, tale beato Enrico Suso di Costanza vissuto tra il 1295 e il 1366 in un suo scritto riporta:”Sii benedetta tu aurora nascente, sopra tutte le creature, e benedetto sia il prato fiorito di rose rosse del tuo bei viso, ornato con il fiore rosso rubino dell’Eterna Sapienza”.
Un grande balzo alla devozione mariana la si deve anche al grande Filippo Neri che, durante il suo apostolato a Roma, insegnava ai suoi ragazzi dell’Oratorio di circondare le immagini mariane con fior, affidare alla Madonna la vita e ad essa cantare canzoni e lodi.
Però – c’è sempre un però – l’indicazione di maggio come mese dedicato a Maria la si deve al padre gesuita Annibale Dionisi. Nel 1725 padre Dionisi pubblicò a Parma un opuscolo (tra l’altro non lo firmò con il suo vero nome, bensì con un nickname come lo chiameremo oggi ovvero Mariano Partenio) in cui scriveva che “Il mese di Maria o sia il mese di maggio consacrato a Maria con l’esercizio di vari fiori di virtù proposti a’ veri devoti di lei”. Inoltre, il padre gesuita introdusse delle “novità” nel suo libro, in cui invitava i fedeli, a praticare la devozione mariana nei luoghi quotidiani, nell’ordinario, non necessariamente in chiesa «per santificare quel luogo e regolare le nostre azioni come fatte sotto gli occhi purissimi della Santissima Vergine». In ogni caso lo schema da seguire, possiamo definirlo così, è semplice: preghiera del rosario davanti all’immagine della Vergine, considerazione vale a dire meditazione sui misteri eterni, fioretto o ossequio, giaculatoria.
Contemporaneamente alla pubblicazione del libro del Dionisi, tale padre Alfonso Muzzarelli (altro gesuita) pubblicò, nel 1785, il testo “Il mese di Maria o sia di Maggio”. Ovviamente il culto e la devozione a Maria andò avanti, pensiamo al dogma dell’Immacolata Concezione (voluto da papa Pio IX nel 1854) oppure alla salda devozione di Don Bosco.
Infine, papa Paolo VI nell’enciclica “Mese Maio” (29 aprile del 1965) indica maggio come il mese “in cui, nei templi e fra le pareti domestiche, più fervido e più affettuoso dal cuore dei cristiani sale a Maria l’omaggio della loro preghiera e della loro venerazione. Ed è anche il mese nel quale più larghi e abbondanti dal suo trono affluiscono a noi i doni della divina misericordia”. Un Abbraccio Storico