Un Cioccolatino Storico. “Sor delegato mio nun so’ un bojaccia!”, storia del poeta marsicano Americo Giuliani
ROSCIOLO DEI MARSI- Buongiorno carissimi lettori, ma soprattutto benvenuti in questo nostro cioccolatino storico. Oggi per addolcirvi questa domenica così particolare, da zona arancione, ci piacerebbe raccontarvi una storia il cui protagonista è un poeta che ahimè non è tanto conosciuto tra i vicoli e le persone della Marsica: sto parlando di Americo Giuliani. Qualche giorno fa, in occasione dei funerali del grande Gigi Proietti, abbiamo condiviso il celebre video dal titolo “Er terremoto d’Avezzano”: una sceneggiata davvero suggestiva, in cui il grande Proietti diede il meglio di se per immedesimarsi nel protagonista. In pochi anzi in pochissimi sanno che il testo fu proprio del nostro caro Americo Giuliani, ed oggi vi racconteremo la sua storia.
Americo, con la C, nacque il 2 gennaio del 1888 a Rosciolo dei Marsi frazione del comune di Magliano dei Marsi. In questo grazioso borgo vi restò per alcuni anni, ma viste le ristrettezze economiche in cui versava la sua famiglia, decisero di trasferirsi a Roma. Il giovane Americo trovò lavoro in un botteghino del lotto (una ricevitoria insomma) e qui poté osservare la romanità quella popolare e non solo. Tra Americo e Roma fu amore a prima vista! E tale era la sua passione per la Città Eterna che ne riuscì ad estrapolare la parte più profonda dell’animo dei suoi abitanti.
Ciò si può percepire nei suoi versi, dove emerge anche un modo popolare di “vedere” la vita del popolo romano: descrivendo anche situazioni che oggi definiremo borderline. E tutto ciò lo possiamo leggere nella poesia “Er fattaccio de vicolo del Moro”. Ve ne proponiamo un verso, in dialetto romanesco: “Sor delegato mio nun so’ un bojaccia! Fateme scioje… v’aricconto tutto…Quann’ho finito, poi, m’arilegate: ma adesso, pe’ piacere!… nun me date st’umiljazione doppo tanto strazio!…”. La tematica di questa poesia del Giuliani è un cruento fatto di sangue che avvenne nel rione di Trastevere in Via del Moro: che vede protagonisti Nino, il fratello Giggi, divenuto sempre più violento ed avvicinatosi a cattive compagnie, e la madre, vedova, Emma.
Inoltre Americo fu anche un bravo compositore di canzoni e collaborò anche con alte personalità della musica del tempo. Ogni tanto il nostro poeta ritornava nel suo paesello come recitava una sua canzone del 1914 in compagnia di una donna straniera, come ci dicono alcuni racconti. Americo si ammalò di tubercolosi che lo porterà alla morte il 7 marzo del 1923.