Un Cioccolatino Storico. Storia del vescovo Valentino di Terni che inconsapevolmente divenne il santo patrono degli innamorati
TERNI- Buongiorno carissimi lettori ma soprattutto benvenuti in questo nostro cioccolatino storico. La storia che oggi ci piacerebbe raccontarvi ci porterà nel cuore della bellissima città di Terni: un cuore che batte anche grazie allo spirito di uno dei suoi illustri concittadini, il vescovo Valentino, si proprio quel Valentino li, che abbiamo “festeggiato” domenica 14 febbraio.
Ma chi era questo Valentino? Per un momento scolliamoci di dosso tutte le frasi smielate, i cuoricini, i Baci Perugina e le accuse di derivazione pagana (i Lupercalia, che si festeggiavano, nel mondo romano dal 13 al 15 febbraio) e concentriamoci su chi era questo vescovo cristiano. Molte fonte Agiografiche – ne abbiamo ben due: il Martirologio Geronimiano (V secolo d.C) ed una Passio Sancti Valentini (del VIII secolo d.C)- ci raccontano che Valentino era figlio di una nobile famiglia della città di Interamna Nahars (l’odierna Terni) e che si dedicò alla fede cristiana fin dalla giovinezza.
Venne ordinato vescovo a soli 21 anni, intorno al 197 d.C, da San Feliciano di Foligno: come vescovo, Valentino, non perse il suo spirito di servizio ai poveri e ai bisognosi, di consolatore agli afflitti e di predicatore del Verbo di Cristo. A tal proposito, l’imperatore Claudio II il Gotico gli intimò di sospendere le sue celebrazioni e di abiurare la fede, ma Valentino declinò l’invito: anzi, tentò anche di convertire l’imperatore (che, secondo alcune fonti storiche, si diceva che era cristiano anche lui). Fatto sta che Claudio II lo graziò e lo affidò alle cure di una famiglia nobile del luogo.
Una scelta che non fece cambiare idea al vescovo Valentino! Egli continuò a predicare la Parola e per questo venne, per la seconda volta, arrestato. Sotto l’imperatore Aureliano, Valentino venne decapitato lungo la Via Flaminia. Un’iscrizione ci racconta questi fatti: “14 febbraio, in Terni, fasto di san Valentino, che dopo essere stato a lungo percosso fu imprigionato e, non potendosi vincere la sua resistenza, a metà notte, segretamente trascinato fuori del carcere, venne decollato dal prefetto di Roma, Placido”.
Il corpo del povero vescovo Valentino venne sepolto lungo al di fuori della mura di Terni, nei pressi dell’attuale Basilica a lui dedicata. Dobbiamo dire “grazie” ai monaci Benedettini se possiamo conoscere il culto di Valentino: divennero i custodi della basilica e, nel medioevo, diffusero in tutta Europa il culto di Valentino.
Ma allora perché è considerato il Santo Patrono degli innamorati? Se ne sono dette tante di cose sul povero Valentino: dalla lettera firmata con in cuoricino e la dedica con scritto “tuo Valentino” al volo dei piccioni dalla quale nacque il termine di piccioncini. Nulla di più sbagliato! Il legame tra la festa degli innamorati e Valentino si lega alla triste storia di Serapia e Sabino. Serapia era una giovane cristiana mentre Sabino era un legionario romano pagano, i due giovani si innamorarono nonostante la differenza. Ma l’amore tra due dovette fare i conti con la malattia di lei: Serapia mandò a chiamare il vescovo Valentino che unì in matrimonio i due. I due moriranno poco dopo la benedizione del vescovo! In questo gesto possiamo capire una cosa, ed è quella che troviamo scritto nel libro del Cantico dei Cantici che dice: “perché forte come la morte è l’amore”.
Un Abbraccio Storico