Un Cioccolatino Storico. Storia di Astilo di Crotone, l’atleta dalle due Bandiere
AVEZZANO- “L’importante nella vita non è solo vincere, ma aver dato il massimo. Vincere senza combattere non è vincere”. Con questa frase del vescovo evangelico Ethelbert Talbot (ripresa poi da Pierre De Coubertin il padre delle Olimpiadi Moderne) vi diamo il benvenuto al settimanale appuntamento con i racconti del Cioccolatino Storico.
La storia che oggi ci apprestiamo nel raccontarvi ci porterà alla scoperta delle Olimpiadi dell’antica Grecia e di come gli atleti, che in essa partecipavano, erano considerati al paro dei miti -si, quei miti che tutti noi abbiamo studiato a scuola: Ercole, Achille, Penelope etc- cosa che oggi stona crudelmente con un’immagine in particolare, quella delle lacrime dell’atleta greco Theodoros Iakovidis. Vedendo quelle immagini strazianti ed ascoltando soprattutto le sue parole (dal sussidio di circa 200 euro alle spese da lui sostenute per guarire de un infortunio) una cosa ci si domanda: “Com’è possibile una cosa del genere nel paese in cui sono nate le Olimpiadi?”. Una domanda a cui ci piacerebbe darvi una risposta concreta ma che purtroppo nessuno di noi può rispondere. E pensare che nell’antichità olimpica c’erano atleti che venivano osannati anche dopo la loro dipartita, ed oggi vi parleremo proprio di uno di loro di nome Astilo di Crotone.
Astilo nacque nella colonia greca di Crotone, una fiorente città della Magna Grecia fonata da greci provenienti dalla regione dell’Acaia. Purtroppo non siamo in grado di stabilire la data certa della sua nascita, però sappiamo che partecipò e vinse ben tre edizioni consecutive dei Giochi Olimpici antichi in un lasso di tempo che va dal 488 al 480 a.C. prima con la sua città natale e poi con Siracusa. Il perché di questo cambio di bandiera o di nazionalità (se così la possiamo definire) ci è tutt’ora ignoto! Solo lo scrittore e geografo del II secolo d.C.: Pausania il Periegeta prova nel darci qualche informazione anche se in modo molto ambiguo. Pausania, nel suo scritto “Periegesi della Grecia” nel libro VI capitolo 13 afferma che l’atleta di Crotone gareggiò per compiacere Gerone I tiranno di Siracusa. In questo caso c’è un errore che oggi lo definiremo di battitura, Astilo gareggiò per Gelone I di Siracusa (attivo nel 484 a.C. anno in cui l’atleta approdò a Siracusa) e non per Gerone I che sarà tiranno di Siracusa dal 485 al 478 a.C..
Ovviamente la reazione degli abitanti di Crotone non fu affatto pacifica, anzi..! Essi si diressero presso il tempio di Era Lacinia e distrussero la statua a lui dedicata sostenendo che l’atleta fosse stato corrotto dalla città siciliana per gareggiare sotto il loro nome. Astilo morirà nella città siciliana dopo il 480 a.C..
Alla faccia del povero Iakovidis che si è dovuto autofinanziare la sua impresa olimpica: “a chi tanto e a chi poco” come si sul dire, in questi casi, nella nostra cara Marsica.
Un Abbraccio Storico