Un Cioccolatino Storico. Storia di Masabumi Hosono l’unico passeggero giapponese sul Titanic

AVEZZANO- Carissimi lettori, benvenuti in questo nostro nuovo cioccolatino storico. La scorsa settimana abbiamo celebrato il 109esimo anniversario dell’affondamento del Titanic e per ricordare quel tragico evento, ci piacerebbe raccontarvi una storia assai particolare: è la storia di Masabumi Hosono l’unico passeggero giapponese sul Titanic.

In foto: l’ultima foto del Titanic

Masabuni Hosono era un affettuoso padre di famiglia e lavorava, come impiegato statale presso il Ministero dei Trasporti giapponesi. Venne inviato in Russia per studiare il sistema ferroviario dell’impero zarista e restò lì per alcuni anni, tanto da imparare alla perfezione la lingua russa. Hosono sperava di ritornare nel suo amato Giappone, un sogno che però venne infranto: il ministero lo inviò in Inghilterra, a Londra per la precisione, ove rimase per un breve periodo.

In foto: Masabuni Hosono

Il 10 aprile del 1912 salì a bordo del Titanic come passeggero di 2° classe. Hosono era felice, quella nave lo avrebbe portato prima negli USA e poi sarebbe tornato in Giappone, a casa sua: ma lui, come altri passeggeri del Titanic, non fece i conti con il destino. Alle 23.40 del 14 aprile, le due vedette del Titanic avvistarono un grosso Iceberg difronte alla nave che poi la colpì. Il passeggero giapponese dormiva beatamente, sonno che venne interrotto da un membro del personale che lo svegliò e lo invitò nell’indossare il giubbotto di salvataggio.

Immaginatevi la frenesia di quelle ore! Hosono, in quanto passeggero della 2° classe aveva accesso alle scialuppe di salvataggio. Sfortunatamente, quando tentò di salire, i membri dell’equipaggio hanno pensato che, essendo di etnia asiatica, Hosono era un passeggero di 3a classe e gli hanno bloccato la strada. Ma alla fine, in preda al panico, Hosono li superò. Il passeggero giapponese si ritrovò dinanzi alla scialuppa n.10: Edward Buley, marinaio responsabile di quella scialuppa annunciò che vi erano ancora due posti liberi. Hosono non si fece scrupoli e salì sulla scialuppa!

In foto: la prima pagina della Domenica del Corriere

Il buio e la confusione coprirono il gesto poco dignitoso del passeggero giapponese. Alle 8 del 15 aprile, la scialuppa n.10 venne recuperata dalla nave Carpathia e Hosono poté dirsi salvo. Mentre era ancora sul Carpathia, Hosono scrisse un paio di lettere alla moglie, e lo fece su carta intestata del Titanic: il passeggero giapponese, in modo assai inconsapevole, ci fornisce dettagli particolari su quella tragedia. Ecco un frammento: “Le luci che segnalavano l’emergenza venivano sparate nell’aria incessantemente, gli orribili bagliori blu e i rumori erano terrificanti, non potevo in alcun modo allontanare da me la sensazione di terrore e desolazione. Ero profondamente convinto che non avrei più rivisto la mia amata moglie e i miei figli, poiché non c’era altra alternativa per me che condividere lo stesso destino del Titanic. Dato che il numero di scialuppe di salvataggio era rapidamente diminuito, ho cercato di prepararmi all’ultimo momento senza agitazione, decidendo si essere onorevole come giapponese, ma mi sono ritrovato a cercare e ad aspettare ogni possibile occasione per sopravvivere”.

In foto: le famose lettere di Hosono

Quando era ancora negli USA i giornali americani vennero a conoscenza della sua storia ed iniziarono le prime critiche e le prime ironia sul gesto poco cavalleresco di Hosono: venne definito “Il fortunato ragazzo giapponese”. La colpa che i giornali attribuivano ad Hosono, era quella di non aver rispettato la norma secondo la quale, nel salvataggio, bisognava dare la precedenza alle donne e ai bambini; come esempio venne presentata la storia di Benjamin Guggenheim che preferì annegare, piuttosto che togliere un posto, sulla scialuppa, ad una donna.

Tornato in Giappone, dopo iniziali comprensioni dell’opinione pubblica, Hosono iniziò ad esser criticato e definito come codardo. Perse il lavoro nel Ministero dei Trasporti e quotidianamente riceveva lettere minatorie in cui veniva invitato ad adempiere alla pratica del suicidio rituale. In poche parole, Hosono fu vittima di un vero e proprio “ostracismo sociale”. Però, con il passare del tempo questo episodio cadde nel dimenticatoio! A seguito del terremoto del 1923 Hosono tornò ad essere dipendente del Ministero dei Trasporti giapponesi: morirà il 14 marzo del 1939 per cause naturali. Suo nipote, Haruomi Hosono, celebre musicista si è battuto per riabilitare la memoria del nonno. Un Abbraccio Storico

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