Un Cioccolatino Storico. Storia di Papa Silvestro I, il santo che ci accompagna al nuovo anno
MAGLIANO DEI MARSI- Buongiorno carissimi lettori ma soprattutto benvenuti in questo nuovo cioccolatino storico. La storia che oggi ci piacerebbe raccontarvi parlerà della figura di papa Silvestro I, colui che involontariamente ha dato il nome al veglione di Capodanno. Se proviamo ad immaginare un Capodanno ad hoc ci verrebbe in mente quello di Fantozzi con il Maestro Canello, sotto la cantina al freddo mentre il tizio che balla fa la mossa oppure lo stupendo capodanno di Vienna: nulla però ci fa pensare alla figura di santità che si celebra in quel determinato giorno dell’anno.
Papa Silvestro I è stato il primo pontefice di una Chiesa non più minacciata delle orribili e soprattutto temibili persecuzioni dei primi secoli. Difatti, nel 313 d.C Costantino e Licinio hanno concesso, tramite il noto “Editto di Milano”, la libertà di culto ai cristiani: in quel tempo, sulla Cattedra di Pietro sedeva un papa africano, di nome Milziade quello che Sant’Agostino d’Ippona definì: “Vero figlio della pace e vero padre per i cristiani”. Quando quest’ultimo morì, nel gennaio del 314 d.C, gli successe un romano di nome Silvestro figlio di un certo Rufo e di Giusta: il suo pontificato fu tra i più lunghi della storia, ben 21 anni e visse in un periodo di pace religiosa che, spesse volte, venne interrotta da dibattiti dottrinali e teologici.
Pur essendo Vescovo di Roma, papa Silvestro I dovette sottostare alle continue intromissioni di Costantino negli “affari ecclesiastici” e dottrinali della Chiesa: in quel periodo Costantino non era nemmeno cristiano e le voci che fosse stato battezzato dallo stesso Silvestro I risultarono, successivamente, infondate. L’intromissione imperiale era volta soltanto al mantenimento della pace nell’impero e quinti evitare conflitti ideologici che, in qualche modo, potevano sfociare in sangue. Fu così che nel 314 d.C Costantino convocò in Gallia ad Arles precisamente un concilio occidentale nella quale il papa ed i vescovi dovevano porre un rimedio alla questione dei Donatisti (un movimento scismatico che fu ideato dal vescovo Donato nel Nord Africa e di cui Sant’Agostino d’Ippona fu il massimo avversario) condannando tale eresia.
Il povero Silvestro I si vide la sua misera persona esser relegata come una figura di secondo piano nel primo e grande concilio ecumenico della storia del cristianesimo, ovvero del concilio di Nicea I del 325 d.C tanto famoso. Tanto famoso perché, oltre a riunire gran parte dei vescovi della cristianità, si discuteva un problema assai importante ovvero le tediose dottrine dell’Arianesimo. Il pontefice non ebbe alcun modo di intervenire nei dibattiti tra vescovi: alla fine di ogni sessione del concilio, con rispetto ed un tocco di solennità, gli venivano comunicate le decisioni prese. Però l’imperatore Costantino non lo lasciò mai da solo: fu proprio lui che gli donò il terreno dei Laterani ove sorgerà la cattedrale di Roma, ovvero San Giovanni in Laterano. Nonostante ciò lui restò al suo posto e questo suo pacifico modo di essere lo fece amare ancor di più dal Popolo di Dio: tant’è vero che appena morto (Silvestro morì il 31 dicembre del 335 d.C) gli vennero conferiti onori e quel titolo, così importante, di “Confessore”.
Purtroppo Silvestro I è anche un pontefice sfortunato con la storia, anche se lui non ebbe mai colpa: per molti secoli, grazie ad un documento che prende il nome di “donazione costantiniana”, si era creduto che l’imperatore avesse concesso al povero papa la città di Roma e parte dei territori italici alla chiesa. Non fu così: tale documento venne messo in dubbio già dal X secolo e venne definitivamente accantonato, se così si può dire, nel XV dal grande Lorenzo Valla.
Infine, ad un anno dalla morte di Silvestro gli venne dedicata una festa, il 31 di dicembre proprio nel giorno della sua dipartita. E noi lo vogliamo ricordare anche per questo.
Un Abbraccio storico, ma soprattutto, Buon Anno!