Un Cioccolatino Storico. Storia di un “5 maggio” diverso
ROCCACASALE– Buongiorno carissimi lettori ma soprattutto benvenuti al consueto appuntamento con i racconti del Cioccolatino Storico. Pensando al 5 maggio chi ci salta in mente è sempre è lui, Napoleone Bonaparte: ma oggi non parleremo di lui ma di un evento storico avvenuto a Roccacasale (AQ) che però, in qualche modo, si riaggancia al periodo napoleonico.
Bisogna innanzitutto dire che siamo in un momento storico in cui le truppe napoleoniche stavo discendendo per la Penisola in direzione Napoli. Da Pescara le truppe napoleoniche si addentrarono nel territorio della Valle Peligna ma qui trovarono una feroce resistenza messa in atto dal capo massa di Introdacqua Giuseppe Pronio. Questo particolare personaggio aveva radunato circa 700 uomini per tentare di sbarrare la strada al nemico Francese. Inoltre, al barone di Roccacasale Giuseppe Maria De Sanctis, che era appena tornato con i suoi uomini dalla sfortunata difesa di Pescara, fu affidato il compito di guidare la resistenza contro l’occupatore.
La resistenza del Barone Giuseppe Maria De Sanctis, di Giuseppe Pronio e dei 700 uomini durò per ben cinque giorni: tra sassaiole, colpi di fucile, di sciabole ed imboscate, le truppe abruzzesi dettero un gran da fare ai francesi. Tale scontro bellico passò alla storia come la “Battaglia di San Terenziano”.
Ma le cose cambiarono sabato 5 gennaio 1799 con l’arrivo dei rinforzi francesi, che sbaragliando la resistenza riuscirono ad entrare nella Valle Peligna. Come rappresaglia, le truppe francesi assediarono l’abitato di Roccacasale ed il castello.
Il castello venne dato alle fiamme e vennero uccise anche 17 persone, tra cui molte donne e bambini: stessa sorte toccò anche al parroco della chiesa di San Michele Arcangelo. Don Donato Taddeo, uscendo dalla chiesa con un crocefisso in mano intimando ai francesi di fermarsi, venne colpito e decapitato da una sciabola francese.
In un antico documento dell’archivio parrocchiale di Roccacasale possiamo leggere:
“[…]Lo stesso giorno il Paese fu evacuato e dato alle fiamme dai siparietti Galli e ai morti è stata data sepoltura perché morti pe la fede Cristiana e propriamente sepolti nella Chiesa della Madonne delle Grazie. Firmato: […]”.
Un abbraccio storico.